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Con il caldo la frutta è più gustosa, ma gli animali soffrono: le api volano meno e raccolgono meno polline, le mucche producono meno latte, i maiali mangiano meno, le galline fanno meno uova. La “fattoria Italia” in difficoltà, dice la Coldiretti

L’ondata di caldo che sta colpendo l’Italia in questa torrida estate è davvero eccezionale, e amplifica anche gli effetti nefasti che, ogni anno, la grande calura ha sulla campagna e sugli animali. A partire dalle api, considerate un indicatore dello stato di salute della natura, che in questo momento per il caldo volano meno e tendono a rimanere a terra senza riuscire più a prendere il polline, a conferma di come l’aumento delle temperature provochi pesanti effetti sulle piante e sugli animali come sulle persone”. Lo sottolinea la Coldiretti, che ha effettuato una analisi sulle conseguenze dell’anno più caldo di sempre sulla natura.
“Il caldo - sottolinea la Coldiretti - favorisce l’evapotraspirazione nelle piante e aumenta la concentrazione zuccherina rendendo più gustosa la frutta indispensabile per combattere il rischio dei colpi di calore dovuto alla grande afa. Oltre a conferire un gusto prelibato alla frutta, però, il caldo - sottolinea la Coldiretti - nelle case, nei giardini e nei campi coltivati ha fatto impennare le richieste di acqua da parte delle piante che hanno bisogno di mantenere un adeguato livello di idratazione per non rischiare di seccare sotto i raggi del sole. In difficoltà sono le coltivazioni di mais necessarie per l’alimentazione degli animali che necessitano di una adeguata irrigazione. Le mucche nelle stalle stressate dalle alte temperature, producono fino al 15% di latte in meno, rispetto ai circa 30 litri al giorno che vengono munti in periodi normali, una emergenza aggravata notevolmente dall’umidità che, come per le persone, aumenta la sensazione di caldo anche per le mucche”.
“Per loro - riferisce la Coldiretti - la temperatura ideale è fra i 22 e i 24 gradi, quando invece arriva l’afa e il termometro schizza verso l’alto, gli animali soffrono, mangiano poco, bevono molto e producono meno latte. In soccorso nelle stalle sono state allestite doccette, ventole e condizionatori ed utilizzati integratori specifici a base di sali di potassio nell’alimentazione preparata dagli allevatori”.
Ma in difficoltà, sottolinea l’organizzazione agricola, “è in realtà l’intera “fattoria Italia”, e anche nei pollai si è sta registrando un calo fra il 5 al 10% nella deposizione delle uova mentre per i maiali sono stati accesi i condizionatori per evitare che le temperature sfondino la soglia dei 28 gradi oltre la quale gli animali cominciano a soffrire e a mangiare fino al 40% in meno della razione giornaliera. Una situazione che - conclude la Coldiretti - determina un aumento dei costi alla stalla per i maggiori consumi di acqua ed energia che gli allevatori devono sostenere per aiutare gli animali a resistere all’assedio del caldo”.

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