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Ogni anno i cittadini dell’Unione europea buttano nella pattumiera 60 milioni di tonnellate di cibo, 123 kg a testa, e l’80% di questi sprechi, pari a 97 kg, si potrebbe evitare. Così uno studio del Joint Research Centre della Commissione Europea

Ogni anno i cittadini dell’Unione europea buttano nella pattumiera 60 milioni di tonnellate di cibo, 123 kg a testa, e l’80% di questi sprechi, pari a 97 kg pro capite, si potrebbe evitare con una serie di accorgimenti e buone pratiche. A dirlo è uno studio del Joint Research Centre della Commissione europea, pubblicato sulla rivista Environmental Research Letters (www.iopscience.iop.org).
I ricercatori hanno preso in esame i dati di 6 Paesi Ue (Regno Unito, Germania, Olanda, Danimarca, Finlandia e Romania) per cercare di quantificare lo spreco di cibo. A finire nella spazzatura sono tra i 22 e i 75 milioni di tonnellate di beni alimentari all’anno, tra i 55 e i 190 kg a persona. Gli alimenti più sprecati sono verdura, frutta e cereali, in parte perché sono velocemente deperibili, e in parte perché hanno un costo generalmente inferiore rispetto ad esempio alla carne, quindi vengono acquistati in quantità abbondanti e sono gettati via più a cuor leggero.
Rispetto ai prodotti agricoli, tuttavia, la carne, seppur sprecata in minore quantità, rappresenta uno spreco maggiore in termini di risorse naturali. Gli esperti hanno analizzato l’acqua necessaria per produrre il cibo: gli alimenti buttati equivalgono a uno spreco pro capite di 27 litri all’anno di “acqua blu”, cioè quella di laghi, fiumi e falde acquifere usata per l’irrigazione, e di 294 litri di “acqua verde”, ossia piovana.

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