Si fa presto a dire semplificazione. È il sottotesto dell’agitazione nazionale convocata da Cia, Confagricoltura e Copagri per giovedì prossimo, 5 maggio, a Roma (di fronte alla sede di Agea), Bologna e Catanzaro. Il messaggio delle organizzazioni promotrici è chiaro: “Stiamo morendo di burocrazia”.
Ogni azienda agricola, affermano le associazioni di categoria, produce in media 40 chili di carte ogni anno per adempiere agli obblighi burocratici, e per una sola pratica di presentazione dei Psr si sviluppano oltre 2 chili di materiale cartaceo: documenti vari la cui elaborazione impegna circa 100 giornate lavorative di un profilo amministrativo. Con ovvie ricadute economiche, superiori ai 4 miliardi di euro l’anno, che vanno a sommarsi a quelli produttivi per l’attività ordinaria (i più alti d’Europa, sottolineano ancora le associazioni).
Il “leviatano” della burocrazia, però, è solo la punta dell’iceberg di una situazione estremamente complessa per il comparto. Il permanere dell’embargo russo, che macina perdite milionarie ogni giorno, si innesca anche in una fase dove i prezzi all’origine delle produzioni agricole nazionali stanno registrando i minimi storici, con il latte venduto intorno ai 30 centesimi al litro e le arance a 18 centesimi al kg.
Appare fin troppo chiaro quindi - spiegano Cia, Confagricoltura e Copagri - che senza politiche d’intervento urgenti e misure efficaci e puntuali, si profilano situazioni fallimentari per le aziende agricole. Da qui le richieste delle organizzazioni agricole alle Istituzioni di agire con rapidità e dare seguito a quegli interventi annunciati e non realizzati. Il prossimo 5 maggio la mobilitazione - annunciano gli organizzatori - coinvolgerà migliaia di agricoltori che, da tutto il territorio nazionale, raggiungeranno le tre principali piazze della protesta: i produttori delle regioni del Centro arriveranno con le delegazioni a Roma, il Nord si concentrerà a Bologna e gli agricoltori del Sud si daranno appuntamento a Catanzaro.
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