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Il biologico continua a crescere: spesa a +19% nel 2016, e aumentano superfici e aziende “bio”, che remunerano meglio produttori e agricoltori. Così Anabio-Cia. Fiorio (Commissione agricoltura alla Camera): “legge sul settore in Aula entro il 2016”

Non Solo Vino
Cresce il biologico in Italia anche nel 2016

La spesa “green” che guarda alla sostenibilità ambientale cresce da oltre 10 anni (+19% nella prima parte del 2016), così come la superficie coltivata (pari all’11% del totale) e le aziende agricole dedicate (oltre 50.000). Anche rispetto ai prezzi sui campi, il “bio” paga di più.
Sostenere il biologico affinché esca definitivamente dal ruolo “di nicchia” e diventi il nuovo paradigma produttivo, assumendo la connotazione di vero e proprio mainstream. Un obiettivo e una sfida che Anabio-Cia persegue da anni e che diventa lo slogan della sua Assemblea nazionale, ieri a Roma con lo slogan “Scommettere sul biologico come modello agricolo del futuro” (www.anabio.it).

“Il sistema biologico - ha spiegato il presidente di Anabio Federico Marchini - è capace di dare risposte: ai consumatori che vogliono qualità e genuinità; al pianeta, in termini di salvaguardia dell’ambiente; agli agricoltori, per il giusto reddito”.
Un’affermazione confermata dai dati: basti pensare che le vendite “bio” crescono ininterrottamente da oltre dieci anni e che solo nella prima parte del 2016 hanno registrato un ulteriore incremento del 19% (dopo il +20% del 2015). Tradotto al consumo, vuol dire un fatturato pari a 2,1 miliardi di euro l’anno, che sale a 2,5 aggiungendo la voce “food-service” (ristorazione e bar). Ma anche dal punto di vista agricolo il biologico avanza: oggi sono quasi 50.000 le aziende “bio” in Italia, pari a oltre l’11% della superficie coltivata, senza contare che la conversione colturale comporta, in fase produttiva, un taglio di circa il 25% di energia. E anche dal punto di vista dei prezzi sui campi, il biologico paga di più: in media nel 2015 il prezzo pagato ai produttori di latte è sceso del 13% mentre quello per il latte “bio” è aumentato del 14%. Anche per il grano duro, nella media dell’anno, il prezzo all’origine di quello convenzionale è cresciuto dell’8%, quello “bio” ha guadagnato il +41%.
“La crescita quantitativa dell’agricoltura biologica - ha aggiunto Marchini - crediamo che possa divenire un potente driver per tirare fuori dalle difficoltà l’intero settore agroalimentare. Ma per concretizzare questo obiettivo bisogna riorganizzare la rappresentanza politico-professionale del mondo produttivo, oggi troppo frammentata e dispersa in un numero eccessivo di sigle territoriali”. In questo senso, “il Piano Strategico Nazionale per lo Sviluppo del Sistema Biologico dovrebbe favorire la stipula di una vera e propria alleanza tra il modo produttivo e le istituzioni nazionali e regionali per favorire uno sviluppo del settore che sia armonico e coordinato e che permetta di raggiungere nel 2020 un incremento della superficie coltivata del 50% e un incremento del valore della produzione del 30%”. Ecco perché “la richiesta esplicita che rivolgiamo al Ministero delle Politiche agricole, alle Regioni e ai soggetti della filiera è quella di scommettere sul biologico come modello produttivo dell’agricoltura del futuro in una logica di sistema”.
“È chiaro però - è intervenuto il presidente nazionale della Cia Dino Scanavino - che per una reale affermazione del biologico “devono essere portate a soluzione le questioni relative alla semplificazione legislativa e amministrativa. Allo stesso tempo devono essere potenziare le attività di ricerca e innovazione, che sono fondamentali per lo sviluppo del settore al fine di contrastare ad esempio i cambiamenti climatici, che causano diminuzione di produttività”. Solo così, con l’adeguata attenzione innanzitutto delle istituzioni, “il Piano Strategico Nazionale potrà realmente diventare fattore di sviluppo - ha concluso Scanavino - e consentire di costruire una nuova fase dell’agricoltura e dell’agroalimentare italiano”.
“Da parte vostra - ha affermato il viceministro delle Politiche agricole Andrea Olivero rivolgendosi - c’è una grande azione di sostegno a un comparto che sta crescendo e per questo vi ringrazio. Allo stesso tempo vi invito ad assumervi ulteriori sfide per garantire uno sviluppo adeguato del biologico”. In questo senso, “è molto importante mantenere il patto di fiducia tra aziende agricole e consumatori. A livello istituzionale, invece, continueremo a lavorare nei prossimi mesi per l’attuazione del Piano Strategico, andando avanti sull’accompagnamento, sulle azioni di promozione e soprattutto su una revisione del sistema di controllo con meno burocrazia per le imprese”.
E per questo è fondamentale anche “portare in Aula di Montecitorio la legge sull’agricoltura biologica entro il 2016”, ha ricordato Massimo Fiorio, vice presidente della Commissione Agricoltura della Camera e primo firmatario della proposta di legge “Disposizioni per lo sviluppo e la competitività della produzione agricola e agroalimentare con metodo biologico”.

“L’approvazione di un testo unico sul comparto che attualmente nel nostro paese ha un valore complessivo di circa 2 miliardi di euro è di fondamentale importanza - ha aggiunto Fiorio - è quindi necessario, nel quadro della normativa comunitaria, definire norme specifiche declinate sulle esigenze nazionali per incentivare la crescita qualitativa e quantitativa di produzione e presenza sui mercati”.

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