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Il miglior “Street Food da chef”? Di Pietro Parisi al Boccacciello Bistrot del Boschetto a Roma. Il miglior “Street Food on the road”? Ape Aperò a L’Aquila. Ecco il top del cibo di strada made in Italy per la Guida Street Food 2017 del Gambero Rosso

Non Solo Vino
Guida dello Street Food 2017 by Gambero Rosso

Se c’è una cosa che ci accomuna, dal Piemonte alla Sicilia, dall’Alto Adige alla Puglia, in tutti, davvero tutti, i territori del Belpaese, raccontando di noi e delle nostre abitudini più quotidiane, quello è il cibo di strada. Nelle sue innumerevoli e tutte buonissime varianti. Una tradizione conviviale e low cost, che oggi una vera e propria mania, che coinvolge soprattutto i più giovani, sta portando alla ribalta, con lo street food sempre più presente agli eventi wine & food oltre ad averne dei propri dedicati, nel segno di una crescente qualità.
Ma non solo: nuove aperture per esempio nei mercati o chef che passano dalle cucine dei loro ristoranti ai banconi dei food truck, testimoniano di una tradizione che guarda al futuro con spirito sempre più manageriale. È il caso di Pietro Parisi, il cuoco contadino di Palma Campania (Napoli) tornato in Italia dopo esperienze nei miglior ristoranti francesi, il cui cibo di strada al “Boccacciello Bistrot del Boschetto” a Roma è oggi il miglior “Street Food da chef”, rielaborazione inedita di un piatto tipico di street food nell’alta cucina. Il miglior “Street Food on the road”? L’“Ape Aperò” a L’Aquila, food truck ricolmo di eccellenze abruzzesi della tradizione rielaborate dalle chef Paola e Valentina che continuano on the road il progetto avviato prima del sisma. Ad eleggerli, con i suoi Premi Speciali, è la “Guida Street Food 2017” del Gambero Rosso, che, all’edizione n. 4, traduce il trend segnalando i migliori indirizzi (450 quelli selezionati) e le ricette cult lungo lo Stivale (20, una per ogni Regione, dalla Sciatt lombardo ai Peperoni di Senise croccanti, una tipicità lucana), in collaborazione con Generali Italia (insieme sono protagonisti anche di #Viviamopositivo, tour dedicato alle bellezze italiane, tra cui lo street food, con “Aperitivi in Rosso” nelle città, con Genagricola, holding agroalimentare di Generali, ndr).
Quello dello street food made in Italy, emerge dalla Guida (Gambero Rosso Editore; pag. 224, prezzo di copertina 6,5 euro; www.gamberorosso.it), è “un panorama multiforme in continua evoluzione, e sempre più attento a qualità e sostenibilità”, come dimostrano i campioni regionali dello street food italiano, nelle grandi città e nei piccoli centri.
Il “Sushiball” di Courmayeur (Aosta) è il migliore indirizzo in Valle d’Aosta, mentre in Piemonte lo street food d’autore è quello della “Panetteria Brusconi Cucina Popolana” a Torino, e in Liguria del “Moltedo” di Recco (Genova). Il miglior cibo di strada in Lombardia si gusta alla “Ravioleria Sarpi” a Milano, in Veneto a “La Gourmetteria” di Padova, in Trentino Alto Adige al “Briciole Food & Drink” di Rovereto (Trento). L’indirizzo top dello street food in Friuli Venezia Giulia è la “Mamm Ciclofocacceria” di Udine, il “Punto G” di Piacenza quello dell’Emilia Romagna, e in Toscana il “Semel” a Firenze. E, ancora, “Il Furgoncino” a Pesaro nelle Marche, “Bacalino” a Perugia in Umbria, “Mama Pasta” a Roma per il Lazio, “Alla Chitarra Antica” a Pescara in Abruzzo, “Maramimmo” a Termoli (Campobasso) in Molise, “Da Gigione” a Pomigliano d’Arco (Napoli) in Campania e alla “Piadina Salentina” a Lecce in Puglia, sono i migliori indirizzi per street food in queste Regioni, accanto, infine, “Le Stuzzicherie di Silvana” ad Avigliano (Potenza) in Basilicata, “La Romana” a Crotone in Calabria,
“Nino u’ Ballerino” a Palermo in Sicilia e “Sebaderia Dulcinea” a Nuoro in Sardegna.

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