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Nelle fattorie sociali e didattiche, pet therapy, per l’educazione al cibo e alla biodiversità: ecco le esperienze di agricoltura sociale dove potranno essere impiegati 1.000 giovani del servizio civile. Confagricoltura: “vero valore agricoltura”

Nelle fattorie sociali dove si svolgono attività a favore di persone con disagio, nella pet therapy, ma anche avviando iniziative per l’educazione al cibo e al consumo alimentare consapevole, per la biodiversità e nell’organizzazione di fattorie didattiche: ecco i settori nei quali potranno essere richiesti 1.000 giovani volontari del servizio civile in esperienze di agricoltura sociale in tutta Italia, con la pubblicazione del bando sul sito del Dipartimento della Gioventù del Servizio Civile Nazionale, finanziato dal Ministero delle Politiche Agricole e dal Ministero del Lavoro (il termine ultimo per la presentazione dei progetti da parte degli enti accreditati è il 31 ottobre (www.gioventuserviziocivilenazionale.gov.it).
“Il fatto che 1.000 giovani potranno impegnarsi nel servizio civile nel settore primario significa non solo riconoscere il valore economico e formativo, ma anche quello sociale e culturale dell’agricoltura - sottolinea Raffaele Maiorano, presidente dei giovani di Confagricoltura (Anga) - è un ulteriore importante tassello che, grazie all’impegno concertato dei Ministeri delle Politiche Agricole e del Lavoro, contribuirà a restituire l’importanza primaria che l’agricoltura merita. Abbiamo sempre sostenuto le iniziative di agricoltura sociale. Recentemente Confagricoltura ha siglato un’intesa con la Rete delle Fattorie sociali proprio per aumentare le attività solidali sul territorio. In quest’ottica potranno trovare un ottimale impiego i volontari che prestano il servizio civile. Gli agricoltori - conclude il presidente dei giovani di Confagricoltura - con le loro coltivazioni gestiscono quasi metà del territorio, che diventa quasi tre quarti se sommiamo le foreste. L’attenzione all’agricoltura è importante e l’opportunità di svolgere il servizio civile in un’azienda del primario sarà l’occasione per tanti giovani italiani per conoscere la vera agricoltura e, magari, trovare un inserimento lavorativo nel nostro settore che, più di altri, ha bisogno di un ricambio generazionale”.

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