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Salva il suolo! Wwf, Slow Food, Lipu, Legambiente, Inu, Fai, Coldiretti, Acli insieme in una task force per fermare il consumo di suolo in Europa (100.000 ettari l’anno): è “People4soil”, sfida lanciata oggi a “Terra Madre Salone del Gusto” a Torino

Non Solo Vino
Manifesto della campagna salvailsuolo

Un milione di firme per fermare il consumo e arginare il degrado del suolo: è l’obiettivo della Eci (Iniziativa dei Cittadini Europei) “People4soil”, lanciato oggi a Torino dal palco di “Terra Madre Salone del Gusto”, per ottenere una efficace legislazione per la tutela del suolo in sede europea (la Ue perde 100.000 ettari l’anno). In Italia la raccolta firme sarà parte della campagna “salvailsuolo”, promossa da una task force di associazioni che per 12 mesi collaboreranno per sostenere l’iniziativa dei cittadini europei: sono Wwf, Slow Food, Lipu, Legambiente, Inu, Fai, Coldiretti e Acli che organizzeranno proprie iniziative insieme al più vasto coordinamento italiano degli aderenti alla Eci, che comprende complessivamente 80 realtà fra associazioni ambientaliste, Ong di cooperazione, forum per il paesaggio, società e istituzioni scientifiche, associazioni cristiane di impegno sociale, organizzazioni di produttori agricoli e di consumatori biologici e perfino associazioni venatorie e ricreative.

“Le firme dei cittadini serviranno a trasformare una sensibilità sempre più diffusa in un tema dell’agenda parlamentare europea - affermano in una dichiarazione congiunta i rappresentanti delle organizzazioni della task force - la sfida è duplice: imporre ai politici europei una corretta pratica di ascolto dei cittadini, fare in modo che le istituzioni europee riprendano in mano la bussola delle politiche ambientali. Le nostre organizzazioni da sempre richiamano cittadini privati e enti pubblici alla loro responsabilità di custodi del territorio e delle sue risorse, ma questa consapevolezza non basta: occorrono anche regole e incentivi che riconoscano e premino le condotte responsabili, sanzionando i comportamenti speculativi. Queste regole devono essere comuni e condivise nella comunità degli Stati europei, per evitare dumping e forme di concorrenza sleale”.

Un primo risultato la Eci “People4soil” lo ha già raggiunto con il gran numero di adesioni raccolte: 340 organizzazioni aderenti in 26 Stati membri (elenco completo su www.salvailsuolo.it), un risultato che rappresenta anche un potente messaggio, perché la tutela del suolo riguarda tutti. Il suolo produce paesaggio, biodiversità e servizi fondamentali per il nostro benessere. Il fatto che l’Ue non abbia ancora una legislazione per arginare il consumo e il degrado di suolo contraddice la centralità che, fin dall’origine, il progetto comunitario europeo assegnò alla sicurezza e alla sovranità alimentare, da attuare garantendo il lavoro agricolo e l’accesso alla buona terra come presupposti per il benessere e la convivenza pacifica dei popoli europei.

Ma i suoli europei da soli non bastano più da tempo a coprire i fabbisogni alimentari della popolazione, per questo decine di milioni di ettari in ogni parte del Pianeta sono sfruttati intensivamente per il mercato europeo, talvolta dopo aver costretto le comunità rurali di quei Paesi a esodi forzati. Dovrebbe bastare questo a comprendere quanto preziosa sia la risorsa suolo. Ma il suolo è anche molto altro: i suoli europei intrappolano una quantità di carbonio immensa, che equivale ad oltre 40 volte la Co2 emessa annualmente da trasporti, settore civile, industria. Il suolo depura le acque, le assorbe e trattiene, svolgendo una prevenzione fondamentale nei confronti di danni delle alluvioni, ed è la culla della biodiversità terrestre.

Proprio per questo appare anacronistico che l’Europa non si sia ancora dotata di alcuna norma comune per la protezione della risorsa suolo, né di un programma di obiettivi vincolanti e di parametri per prevenire e contrastare gli inquinamenti, l’erosione, il degrado di una risorsa molto vulnerabile: nell’Europa a 28 il consumo di suolo legato a crescita disordinata di edifici, cave, infrastrutture, nell’ultimo mezzo secolo ha consumato un territorio fertile di superficie superiore a quella dell’intera Ungheria, e negli anni 2000 il consumo è aumentato ogni anno al ritmo di 100.000 ettari: come la superficie di una città come Roma.

La rete europea per “People4soil” si è costituita grazie a due anni di capillare lavoro a contatto con le reti associative europee, sostenuto dal contributo di Fondazione Cariplo. La Eci, nel sistema europeo di regole per la partecipazione dei cittadini, è un processo di cui sono promotori i firmatari, ovvero i cittadini europei maggiorenni, ed è rivolta alla Commissione Europea, a cui è richiesto di attivarsi per definire un testo legislativo.

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