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Impresa Pesca Coldiretti: torna il pesce fresco sulle tavole italiane, dopo la fine del “fermo pesca” lungo tutta la costa adriatica. Un provvedimento che, nella sua forma attuale, non soddisfa l’associazione: “solo alcune specie si riproducono ora”

Tornano finalmente in mare i pescherecci lungo la costa dell’intera Penisola per rifornire di pesce fresco, a partire da oggi, i mercati, la filiera e la ristorazione: è terminato il cosiddetto “fermo pesca” lungo lo Ionio e il Tirreno (da Brindisi ad Imperia), che è stato l’ultimo tratto di mare ad essere interessato dal provvedimento di blocco delle attività che ha riguardato quest’estate anche l’Adriatico. A dirlo Impresa Pesca Coldiretti, che auspica inoltre che questo sia l'ultimo anno di fermo pesca realizzato con attuale format, poiché, a detta dell’associazione, avrebbe dimostrato di essere inadeguato, dato che non tiene conto del fatto che solo alcune specie ittiche si riproducono in questo periodo.
Inoltre, la fine del “fermo pesca” porta sul mercato una grande quantità di prodotto proprio nel momento in cui, con il termine del periodo estivo, i consumi calano, con l'effetto di far crollare i prezzi ai livelli insostenibili, finendo anche per far restare il pesce sui banchi. Come succede per le triglie, le cui quotazioni sono crollate anche fino a 0,1 euro al chilo, mentre le gallinelle vengono pagate anche a 0,5 euro al chilo. Dato poco confortante per gli operatori del settore, secondo Coldiretti, ma un’ottima occasione per acquistare pesce, con un vero e proprio “via libera” lungo tutta la costa italiana a fritture e grigliate a “chilometri zero” realizzate con il pescato locale e meno rischi di ritrovarsi nel piatto, soprattutto al ristorante, prodotto congelato o straniero delle stessa specie del nazionale - se non addirittura esotico e spacciato per nostrano. Un problema non astratto, se si considera che le importazioni di pesci, crostacei, molluschi e altri invertebrati acquatici sono aumentate in quantità del 3% nel primo semestre del 2016 sullo stesso periodo del 2015, secondo un’analisi Coldiretti di dati Istat. Complessivamente le importazioni nell’intero anno nel 2015 sono state di 769 milioni di chili, dei quali ben il 40% viene da paesi estracomunitari, e nei primi tre mesi del 2015 sono stati importati in Italia oltre 233 milioni di chili di pesci e crostacei, molluschi e altri invertebrati acquatici (+3% anno su anno).
Il ritorno in mare, ha puntualizzato Coldiretti, è importante per le marinerie, che negli ultimi 30 anni hanno perso in Italia il 35% delle imbarcazioni e 18.000 posti di lavoro, mentre si è progressivamente ridotto il grado di autoapprovvigionamento del pescato. Ma sulla ripresa delle attività pesa il mancato arrivo dei fondi per il fermo 2015, il cui sblocco era stato annunciato nel luglio 2016, con i pagamenti che sarebbero dovuti scattare da settembre.
Un problema che pesa sui bilanci della flotta Italia, visto e considerato che dal vecchio fermo è ormai trascorso più di un anno. Per effettuare acquisti di qualità al giusto prezzo il consiglio di Coldiretti Impresapesca è di verificare sul bancone l’etichetta, che per legge deve prevedere l’area di pesca (Gsa): le provenienze da preferire sono quelle dalle Gsa 9 (Mar Ligure e Tirreno), 10 (Tirreno centro meridionale), 11 (mari di Sardegna), 16 (coste meridionali della Sicilia), 17 (Adriatico settentrionale), 18 (Adriatico meridionale), 19 (Jonio occidentale), oltre che dalle attigue 7 (Golfo del Leon), 8 (Corsica) e 15 (Malta). Ma si può anche rivolgersi alle esperienze di filiera corta per la vendita diretta del pescato, che Coldiretti Impresapesca ha avviato presso la rete di “Campagna Amica”.

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