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Ricerca Censis per Federalimentare: il 91% degli italiani è appassionato ed esigente in fatto di cibo e la Federazione Italiana dell’Industria Alimentare lancia “Apertamente”, porte aperte degli stabilimenti dell’alimentare al pubblico

Appassionati ed esigenti, è il rapporto che quasi tutti gli italiani hanno con il cibo, secondo una ricerca del Censis condotta per Federalimentare che fotografa la percezione che hanno dell’industria alimentare. Il 90,1% degli italiani conosce, parla e si appassiona di cibo e, se il 93% dei giovani se ne interessa, il 53,5% si definisce un appassionato. Ad orientare le scelte, è innanzitutto la “reputazione”, che per 3 italiani su 10 è più importante del prezzo, mentre per 5 su 10 ha lo stesso valore nel momento dell’acquisto. E poi la sicurezza e la salubrità di quanto acquistato: il 56,4% legge costantemente le etichette dei cibi , il 71,4% è attento sui temi della sicurezza degli alimenti; il 40% si informa perché sente parlare sempre più spesso di prodotti contraffatti e poco sicuri; il 24% lo fa perché vuole essere certo di acquistare prodotti più sicuri.
I consumatori dunque amano il cibo, ma temono le frodi, leggono sempre più attentamente l’etichetta e attribuiscono valore non solo agli alimenti in quanto tali, ma anche al mondo in cui sono prodotti. Non è un caso che la Federazione Italiana dell’Industria Alimentare lanci “Apertamente” e apra al pubblico le porte degli stabilimenti dell’alimentare, per far toccare con mano come vengono prodotti gli alimenti considerati tra i più sicuri al mondo: si inizia da questa settimana con i primi 25 da Torino a Catania. “È con iniziative come queste che vogliamo dare la possibilità ai cittadini di vedere con i loro occhi come, dove e da chi viene prodotto il cibo che arriva sulle nostre tavole - ha detto Luigi Scordamaglia, presidente Federalimentare - sradicare i miti alimentari è complesso, tra cibi malefici e salvifici, siamo aggrediti da allarmi spesso sproporzionati, cavalcati per ragioni di audience; un fenomeno rischioso che può portare a vere e proprie psicosi come l’ortoressia, l’ossessione per il cibo sano, che colpisce 450.000 persone”.

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