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Sono 10, dal 2014, i miliardi di euro persi per l’export “made in Italy” a causa delle sanzioni alla Russia, che hanno ottenuto come risposta di Putin l’embargo totale nei confronti di prodotti agroalimentari tricolori. A dirlo Coldiretti

La vera e propria guerra commerciale scatenata dalle sanzioni europee alla Russia, e dalla risposta del Paese asiatico di embargo totale di prodotti agroalimentari stranieri, ha fatto scendere le esportazioni del “made in Italy” in Russia al minimo da almeno un decennio, con una perdita complessiva stimata ormai in oltre 10 miliardi. A dirlo Coldiretti, nel commentare l’ufficializzazione della proroga per altri sei mesi delle sanzioni da parte dell’Unione Europea.
L’agroalimentare, ha sottolineato Coldiretti, è l’unico settore ad essere colpito direttamente da un embargo totale sancito come ritorsione alle sanzioni europee dalla Russia, con un decreto del 7 agosto 2014 che ha chiuso completamente le frontiere del Paese di Putin ad una lista di prodotti - frutta e verdura, formaggi, carne e salumi ma anche pesce - provenienti da Europa, Usa, Canada, Norvegia ed Australia. Al divieto di accesso a questi prodotti si sono poi aggiunte le tensioni commerciali che hanno ostacolato di fatto le esportazioni in tutto l’agroalimentare e anche negli altri settori, dalla moda fino alle auto, in cui era tradizionalmente forte la presenza italiana. La guerra commerciale con la Russia ha interrotto bruscamente una crescita travolgente delle esportazioni agroalimentari italiane verso il Paese, che nei cinque anni precedenti il blocco erano più che raddoppiate in valore, con un boom del +112%.
Lo stop alle importazioni di frutta, verdura, salumi e formaggi dall’Italia ha provocato inoltre in Russia un vero boom nella produzione locale di prodotti “made in Italy” taroccati, dal salame Italia alla mozzarella “Casa Italia” e dall’insalata “Buona Italia” alla Robiola Unagrande, ma anche la mortadella Milano o il Parmesan: tutti rigorosamente realizzati in Russia. E, sottolinea Coldiretti, se alle perdite dirette da mancate esportazioni si sommano quelle indirette, in termini di danno di immagine e di mercato, il conto potrebbe essere ancora più salato. Il rischio riguarda infine anche la ristorazione italiana in Russia, che dopo una rapida esplosione rischia di essere frenata per la mancanza degli ingredienti principali. In alcuni casi i piatti sono spariti dai menu, mentre in altri sono stati sostituiti da tarocchi locali o esteri - senza però che ci sia nella stragrande maggioranza dei ristoranti una chiara indicazione nei menu.

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