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Coldiretti: sulle tavole degli italiani, per le feste di fine anno, regna il pesce. La spesa totale tocca gli 850 milioni di euro, il 5% in più del 2015. Alici e vongole battono le mode esterofile: in calo i consumi di salmone, ostriche e caviale

Non Solo Vino
850 milioni di euro spesi per il pesce sulle tavole delle feste dagli italiani dice Coldiretti

La Viglia di Natale si conferma come il giorno in cui il consumo di pesce sulle tavole degli italiani raggiunge la sua vetta più alta e, nel periodo delle feste di fine anno, la spesa complessiva toccherà gli 850 milioni di euro, stando alle stime di Coldiretti ImpresaPesca, in crescita del 5% sul 2015. In forte salita la presenza del pesce locale, a partire dalle alici e dalle vongole, che saranno presenti in 8 piatti su 10 nei menu della vigilia, si abbandonano le mode esterofile del passato con solo il 56% degli italiani che assaggerà il salmone, ed appena il 9% che si permetterà le ostriche e l’8% il caviale.

Per non cadere nelle trappole del mercato in una situazione in cui 3 pesci in vendita su 4 arrivano dall’estero, il consiglio della Coldiretti è di guardare l’etichetta sul bancone, dove deve essere specificato il metodo di produzione (“pescato”, “pescato in acque dolci”, “allevato”), il tipo di attrezzo utilizzato per la cattura e la zona di cattura o di produzione (Mar Adriatico, Mar Ionio, Sardegna, anche attraverso un disegno o una mappa). Per quanto riguarda il pesce congelato c’è l’obbligo di indicare la data di congelamento e, nel caso di prodotti ittici congelati prima della vendita e successivamente venduti decongelati, la denominazione dell’alimento è accompagnata dalla designazione “decongelato”. Per garantirsi la qualità il pesce fresco, ricorda ancora la Coldiretti, deve avere una carne dalla consistenza soda ed elastica, le branchie di colore rosso o rosato e umide e gli occhi non secchi o opachi, mentre l’odore non deve essere forte e sgradevole. Infine, meglio non scegliere i pesci già mutilati della testa e delle pinne mentre per molluschi e mitili, è essenziale che il guscio sia chiuso.

La varietà del pesce pescato o da allevamento offre opportunità per tutte le tavole, anche restando sotto la spesa di 30 euro. Ad esempio, perun menu a base di pesce pescato sulle nostre coste, come antipasto si possono portare in tavola alici marinate e lumache di mare (6 euro) e sauté di cozze e vongole (5 euro). Per primo, spaghetti o tagliatelle con polpa di granchio fresco (10 euro), mentre il piatto forte è rappresentato dalla zuppa o brodetto di pesce (9 euro) fatto di triglie, calamari, moli, tracine, seppie, canocchie, scorfanetti e gallinelle. Ma si può puntare anche su un menu italiano al cento per cento scegliendo il pesce proveniente dagli allevamenti di acquacoltura: come antipasto anguilla marinata (7 euro) e carpaccio di trota (3 euro), per primo pennette con sugo di trota salmonata (8 euro) e per secondo orata o spigola al forno con pomodorini e patate (12 euro).

Focus - I segreti per scegliere il pesce fresco

Acquistarlo, laddove possibile, direttamente dal produttore che garantisce la freschezza del pescato.
Verificare sul bancone l’etichetta, che per legge deve prevedere la zona di pesca.

Verificare che la carne abbia una consistenza soda ed elastica, che le branchie abbiano un colore rosso o rosato e siano umide e gli occhi non siano secchi o opachi, mentre l’odore non deve essere forte e sgradevole.

Per molluschi e mitili, è essenziale che il guscio sia chiuso.

Meglio non scegliere i pesci già mutilati della testa e delle pinne.

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