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La dieta vegana entra nel paniere Istat: la segue 1 italiano su 10, per un totale di 1,8 milioni di persone. Entra anche la birra artigianale made in Italy, grazie all’innovazione e alla diversificazione: ecco i dati Eurispes

La dieta vegana entra nel paniere Istat. Sulla base dei dati degli ultimi anni, diffusi da Eurispes, un italiano su dieci segue o ha seguito una dieta vegana o vegetariana, per una percentuale del 7,6%. Si tratta di un trend in aumento dovuto all’aumento dei vegani, che sono praticamente triplicati nell’ultimo anno per un totale di 1,8 milioni di persone. Con i prodotti vegetariani entra nel paniere Istat anche la birra artigianale: siamo passati da poco più di trenta microbirrifici di dieci anni fa ad un migliaio, per una produzione stimata in 45 milioni di litri. La birra made in Italy è molto apprezzata anche all’estero, grazie alla sua diversificazione e all’innovazione: birre aromatizzate alla canapa o con prodotti tipici del territorio (la birra pugliese al carciofo ne è un esempio). Queste qualità hanno fatto sì che l’export della birra artigianale italiana sia triplicato negli ultimi 10 anni.
La Coldiretti commenta l’ingresso della dieta vegetariana nel paniere Istat con la pubblicazione di un’analisi sui dati Nielsen-Coop dalla quale si evidenzia che nel 2016 il giro d’affari dei prodotti vegani e vegetariani ha toccato i 357 milioni di euro di fatturato nella sola grande distribuzione, con un incremento del 18% negli ultimi 12 mesi.
“Serve educazione e buon senso e soprattutto rispetto per tutti i diversi stili alimentari ai quali - sottolinea la Coldiretti - l’agricoltura italiana può offrire grandi opportunità di scelta grazie ai primati conquistati nella qualità e nella biodiversità senza cadere nella tentazione dei cibi di gran moda in Italia come ad esempio la curcuma o le bacche di goji, i fagioli azuchi e lo zenzero che sono in gran parte provenienti da Paesi come India e Cina che si trovano al vertici mondiali per l’insicurezza alimentare”.
Sulla birra artigianale, invece, Coldiretti sottolinea come “oltre a contribuire all’economia la birra artigianale rappresenta anche una forte spinta all’occupazione soprattutto tra gli under 35 che sono i più attivi nel settore con profonde innovazioni che - conclude la Coldiretti - vanno dalla certificazione dell’origine a chilometri zero al legame diretto con le aziende agricole ma anche alla produzione di specialità altamente distintive o forme distributive innovative come i brewpub o i mercati degli agricoltori”.

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