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L’anticipo di bella stagione ha già messo in moto i consumi di gelato: +30% su febbraio. Il settore fattura oltre 2,5 miliardi di euro, grazie soprattutto al gelato artigianale nei gusti storici e al boom di agrigelaterie che usano ingredienti a km 0

Non Solo Vino
L’anticipo di bella stagione ha già messo in moto i consumi di gelato

L’insolito caldo fa volare fuori stagione i consumi di gelato che raggiungono il massimo dall’inizio dell’anno con un aumento del 30% a marzo rispetto al mese precedente. Lo stima la Coldiretti nel sottolineare che le condizioni climatiche favorevoli hanno messo in moto in anticipo un settore che fattura oltre 2,5 miliardi anche sotto la spinta dell’anno.
I cambiamenti climatici con la tendenza al surriscaldamento del pianeta influenzano anche l’andamento dei consumi che sul mercato nazionale sono aumentati attorno ai 6,5 chilogrammi pro capite, pari a 380.000 tonnellate all’anno, ma in espansione è anche l’export con ottime prospettive non solo in Europa, ma anche in America e Asia.
Ad essere preferito è di gran lunga il gelato artigianale nei gusti storici, anche se cresce la tendenza nelle diverse gelaterie ad offrire “specialità della casa” che incontrano le attese dei diversi target di consumatori (tradizionale, esterofilo, naturalista, dietetico o vegano). Sono 40.000 le gelaterie in Italia dove si stima lavorino oltre 150.000 addetti ma rilevante è anche l’impatto sull’indotto con l’utilizzo di 220.000 tonnellate di latte, 64.000 di zuccheri, 21.000 di frutta fresca e 29.000 di materie prime. Va per questo sottolineata l’importanza della frutta e del latte freschi italiani nella preparazione del vero gelato dove purtroppo rischiano di prevalere surrogati di bassa qualità.
Da segnalare in Italia il boom degli ultimi anni delle agrigelaterie che garantiscono la provenienza della materia prima dalla stalla alla coppetta con gusti che vanno dal latte di asina a quello di capra fino alla bufala. Nelle agrigelaterie è particolarmente curata la selezione degli ingredienti, dal latte alla frutta, che sono rigorosamente freschi con gusti a “chilometri zero” perché ottenuti da prodotti locali che non devono essere trasportati con mezzi che sprecano energia e inquinano l’ambiente.

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