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C’è anche l’agroalimentare tricolore nella nuova “Via della Seta”: nella visita del premier Gentiloni in Cina, firmato un protocollo quinquennale per rilanciare la collaborazione in campo agricolo, con ricerca e promozione dell’interscambio

A margine della partecipazione del premier italiano Paolo Gentiloni al forum “One Belt, One Road”, con il quale il gigante asiatico punta a diffondere la conoscenza internazionale del suo poderoso piano d’investimenti verso l’Europa, l’ambasciatore italiano Ettore Sequi ha firmato, in rappresentanza del Ministero delle Politiche Agricole, un protocollo d’intesa della durata di cinque anni con il Ministro dell’Agricoltura cinese Hang Changfu. Lo riporta l’agenzia Ansa, secondo la quale il protocollo mira a favorire non solo lo scambio di informazioni in ambito di ricerca scientifica, ma anche la promozione di maggiori investimenti e scambi commerciali nel settore. Inoltre, il protocollo segna anche la chiusura del negoziato relativo all’apertura del mercato cinese agli agrumi italiani: secondo quanto comunicato dal Ministero delle Politiche Agricole, saranno avviate le prime spedizioni già a partire dalla prossima campagna commerciale. “Spero questo accordo possa dare impulso ai negoziati in corso per l’accesso dei nostri prodotti alimentari sul mercato cinese”, ha commentato Sequi: un accesso che, insieme al protocollo, potrebbe essere la definitiva svolta per l’interscambio commerciale agroalimentare tra Italia e Cina.

Secondo i dati dell’Istituto per il Commercio Estero, nel 2016 l’aggregato delle esportazioni agroalimentari italiane in Cina (ovvero la sommatoria delle componenti “Prodotti agricoltura, pesca e silvicoltura”, “Prodotti alimentari” e “Bevande”) ha raggiunto i 390,94 milioni di Euro, su un totale di 11,08 miliardi circa: il prodotto italiano più esportato oltre la Grande Muraglia è stato il vino, con un importo di 101 milioni di Euro. Sebbene le esportazioni italiane siano complessivamente cresciute del 6,4% rispetto al 2015, però, l’agroalimentare è andato in controtendenza, flettendosi del 10,4%. Nel dettaglio, bevande (+6,1%) e prodotti dell’agricoltura, della pesca e della silvicoltura (+18,8%) hanno fatto molto bene - ma non abbastanza da ammortizzare il tonfo dei prodotti alimentari, la componente principale dell’aggregato, che sono crollati del 20,8% anno su anno, a 225,66 milioni di Euro. I primi due mesi del 2017, in compenso, hanno rappresentato un buon rimbalzo: l’export agroalimentare italiano in Cina è aumentato del 12% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, secondo il Ministero di Martina.

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