Con l’inizio della piena attività primaverile e l’avvicinarsi della campagna estiva, per frutta e ortaggi è Sos: il comparto agricolo e agroalimentare italiano ha più che mai bisogno di una nuova legge che disciplini il lavoro occasionale ed accessorio, colmando il vuoto normativo che si è venuto a creare da più di un mese, con l’abrogazione dei voucher. Per non compromettere il raccolto, le opportunità di lavoro e il percorso di emersione intrapreso. L’appello viene sia dal Agrinsieme (che riunisce Cia, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari) ma anche da Coldiretti.
“Sollecitiamo il Parlamento a intervenire in tempi molto stretti - spiega il coordinatore di Agrinsieme, Giorgio Mercuri - lavorando ad un nuovo strumento normativo che possa essere inserito già nel testo della manovra attualmente in discussione alla Camera dei Deputati”. E la soluzione del problema non può che essere cercata nella creazione di uno strumento ad hoc: “serve un testo di legge specifico sul lavoro accessorio nel settore agricolo – conclude Mercuri - che sia diverso dal lavoro subordinato, non idoneo per sua natura a disciplinare tali situazioni, e che si ispiri ad una massima semplificazione degli adempimenti amministrativi, con costi orari non superiori a quelli del lavoro subordinato”.
Anche Coldiretti è in allarme: senza alternativa ai voucher sono a rischio i raccolti, ma si perdono anche opportunità di lavoro per 50.000 giovani studenti, pensionati e cassa integrati che si sono avvicinati al mondo dell’agricoltura nell’attività stagionale e si compromette l’intero percorso di emersione intrapreso dal 2008 ad oggi. L’impiego dei voucher in agricoltura è praticamente stabile da cinque anni, perché è l’unico settore rimasto praticamente “incatenato” all’originaria disciplina “sperimentale” con tutte le iniziali limitazioni, solo lavoro stagionale e solo pensionati, studenti e percettori di integrazioni al reddito. Secondo Coldiretti in agricoltura sono stati venduti nel 2016 solo 2.210.440 voucher, addirittura in calo rispetto all’anno precedente e più o meno gli stessi del 2012, per un totale di oltre 380.000 giornate di lavoro che hanno aiutato ad avvicinare al mondo dell’agricoltura giovani studenti e a mantenere attivi molti anziani pensionati nelle campagne senza gli abusi che si sono verificati in altri settori.
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