Italia paese di incontro tra tradizione e innovazione: è anche questa una delle caratteristiche che i turisti amano del Belpaese. Tra tutte, la formula di accoglienza dell’agriturismo sembra essere vincente, per la capacità di mantenere intatte le tradizioni enogastronomiche ma allo stesso offrire servizi innovativi per sportivi e ambientalisti. Secondo una stima Coldiretti, presentata all’incontro su “Vacanze 2017 tra cibo e cultura con i superfood della nonna” nell’anno dedicato dall’Onu al turismo sostenibile, vista la fortunata combinazione dei ponti primaverili per il 2 giugno si prevede che oltre un milione di persone si recheranno in un agriturismo fuori città per trascorrere una giornata nella natura.
Complessivamente sono 7,7 milioni gli italiani che hanno deciso di andare in vacanza per il ponte del 2 giugno, e il numero sale a 22 milioni i connazionali che hanno trascorso una giornata fuori per uno dei ponti che dal 25 aprile al 2 giugno si sono fortunatamente succeduti.
Un’ottima premessa alla stagione estiva con gite fuori porta, mare, città d’arte e montagna, ma anche il turismo verde nei parchi e nelle campagne che, secondo una previsione della Coldiretti, sono le mete preferite per questo lungo weekend di assaggio estivo. Per la scelta dell’ospitalità molto gettonati sono gli oltre 22.000 agriturismi presenti in Italia. A soffrire sono ancora le aree terremotate tradizionalmente vocate per vacanze, picnic e gite fuori porta in campagna. Nei 131 comuni del cratere colpito dai terremoti del 24 agosto e del 26 e 30 ottobre, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Istat, operano 444 agriturismi dei quali 42 in Abruzzo, 40 nel Lazio, 247 nelle Marche e 115 in Umbria. In difficoltà, sostiene sempre la Coldiretti, è l’intera offerta turistica delle zone terremotate che fondava il suo successo sulle sinergie tra cultura, ambiente e qualità alimentare.
Secondo la Coldiretti per risollevare il turismo occorre anche un impegno a livello di promozione per riportare le persone in queste aree. Ma la sfida più importante è quella di far ripartire le attività produttive a livello generale. Solo così, conclude la Coldiretti, sarà possibile risollevare l’economia dei territori terremotati cui l’agricoltura, tra manodopera familiare ed esterna, contribuisce in modo importante.
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