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Italia leader dello stile di vita nell’hospitality: per Bocconi, le 325.000 imprese italiane, che fatturano 51 miliardi l’anno, rappresentano un settimo del settore in Unione Europea. Fuori casa un terzo della spesa alimentare delle famiglie italiane

Con 325.000 imprese, che fatturano 51 miliardi di euro l’anno, l’Italia è il primo Paese al mondo per densità di punti ristoro, veri e propri e ambasciatori dell’italian lifestyle, che ruota intorno al bello, ben fatto e buono. L’ospitalità italiana, così, gioca un ruolo chiave nell’economia e nella società del Belpaese, come raccontano i risultati della ricerca “Ristorazione, lusso e territorio: drivers dell’italian way of living”, condotta da Magda Antonioli, direttrice del Master in Economia del Turismo dell’Università Bocconi.

Sono in particolare il territorio (inteso non solo come paesaggio, ma anche come terroir per materie prime di qualità uniche), la vocazione manifatturiera (che combina cultura e saper fare) e la creatività (basata su elementi identitari) i punti di forza di una leadership crescente nel mondo come nel nostro Paese. Con 51 miliardi di euro nel 2014, di cui il 40% riconducibile ai soli ristoranti, le imprese italiane rappresentano da sole quasi un settimo di tutto il fatturato del settore nell’Ue-28 (375 miliardi) e più di un decimo di tutto il valore aggiunto (18 miliardi di euro su 152), il 37,4% dovuto ai ristoranti.

In Italia il settore è cresciuto costantemente nel quinquennio 2008-2014, e le stime per il 2015 sono di un ulteriore aumento del 2,8%.
Del resto, quello della ristorazione in Italia è un grande mercato, anche perché gli italiani mangiano sempre più spesso fuori casa, spendendo oltre un terzo della spesa alimentare delle famiglie. Più di 170.000 (53,1%) sono i ristoranti ma tante anche le attività di ristorazione mobile, a conferma della crescita del fenomeno street food. A sua volta, il 64,3% di questi ultimi sono attività con somministrazione, pari a circa 111.000 imprese.

La regione che concentra più ristoranti è la Lombardia (15,4%) seguita da Lazio (10,9%) e Campania (9,4%), podio che si ripete anche nello street food: guida la Lombardia (13,9%) tallonata sempre da Lazio (11,3%) e Campania (9,3%). Anche nel fuori casa, come nell’imprenditoria italiana in generale, dominano le piccole medie imprese: il numero medio di dipendenti è 5,6 per un totale di 376.000 occupati. Secondo la ricerca, infine, Milano sarebbe la città con una concentrazione elevata di ristoranti di qualità. Sui 4.685 ristoranti censiti nel capoluogo lombardo, sono 215 i locali citati nelle tre guide Michelin, L’Espresso e Gambero Rosso.

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