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L'Ue prolunga le sanzioni contro la Russia per l'annessione della Crimea, dal divieto di import di prodotti al blocco di investimenti e servizi turistici. Coldiretti: embargo in ritorsione costato a agroalimentare made in Italy 850 milioni di euro

Il Consiglio esteri dell'Unione Europea ha rinnovato per un altro anno le sanzioni contro la Russia per “l'illegale annessione della Crimea e Sebastopoli” e contro i “responsabili di azioni che compromettono o minacciano l'integrità territoriale, la sovranità e l'indipendenza dell'Ucraina”. Le sanzioni economiche contro la Russia, in scadenza a luglio e legate all'attuazione degli accordi di Minsk saranno invece probabilmente rinnovate dopo la discussione politica al vertice europeo del 29 e 30 giugno. La guerra commerciale scatenata dalle sanzioni, sottolinea la Coldiretti, ha già provocato una perdita complessiva stimata in oltre 10 miliardi di euro a seguito del calo delle esportazioni made in Italy in Russia. Le perdite dovute alle tensioni che si sono venute a creare hanno riguardato molti settori, dalla moda fino alle auto, ma l’agroalimentare è l’unico settore ad essere colpito direttamente da un embargo totale sancito, come ritorsione alle sanzioni europee, dalla Russia con decreto n. 778 del 7 agosto 2014 che ha chiuso completamente le frontiere del Paese di Putin ad una lista di prodotti come frutta e verdura, formaggi, carne e salumi, ma anche pesce, provenienti da Ue, Usa, Canada, Norvegia ed Australia con successiva proroghe. Un blocco che è costato all’agroalimentare nazionale fino ad ora oltre 850 milioni di euro anche perché al divieto di accesso a questi prodotti si sono aggiunte le tensioni commerciali che hanno ostacolato di fatto le esportazioni in tutto l’agroalimentare.

Le misure prolungate si applicano ai cittadini europei e alle imprese con sede nell'Ue ed impongono tra l'altro il divieto di importazione di prodotti originari della Crimea o di Sebastopoli nella Ue, il blocco degli investimenti, del finanziamento di imprese o della fornitura di servizi per il turismo nell'area. In particolare le navi da crociera europee non possono fare scalo nei porti della penisola di Crimea, salvo in caso di emergenza.

Alle perdite dirette subite dalle mancate esportazioni italiane in Russia, spiega Coldiretti, si sommano quelle indirette dovute al danno di immagine e di mercato provocato dalla diffusione sul mercato russo di prodotti di imitazione che non hanno nulla a che fare con il made in Italy. “Il rischio - conclude la Coldiretti - riguarda anche la ristorazione italiana in Russia che, dopo una rapida esplosione, rischia di essere frenata per la mancanza degli ingredienti principali. In alcuni casi i piatti sono spariti dai menu mentre in altri sono stati sostituiti da tarocchi locali o esteri senza però che ci sia nella stragrande maggioranza dei ristoranti una chiara indicazione nei menu”.

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