Sono 293 i prodotti agroalimentari sotto il cappello delle Dop e delle Igp nel Belpaese: dai simboli del made in Italy, esportati e conosciuti in tutto il mondo, come il Prosciutto di Parma o il Parmigiano Reggiano, nicchie di eccellenza, da tutelare e difendere, ma che raramente guadagnano i riflettori, come la patata rossa di Colfiorito o i maccheroncini di Campofilone. Si tratta di produzioni spesso legate a piccole realtà, ovviamente rurali, tanto che il territorio di riferimento per gli allevamenti destinati alla produzione di formaggi o salumi italiani a denominazione di origine, nel 75% dei casi, è proprio quello dei piccoli comuni, sotto i 5.000 abitanti, mentre nel 60% si trovano gli uliveti dai quali si ottengono i pregiati extravergini riconosciuti dall’Unione Europea. In tutto, sono 5.567 centri, pari al 70% di tutti i comuni italiani, dove vivono 10 milioni di persone, tutelati, per la prima volta, da una legge ad hoc, per la valorizzazione dei Piccoli Comuni, promossa da Ermete Realacci ed approvata in via definitiva dal Parlamento. Il Piemonte è la regione con il maggior numero di piccoli comuni (1.067) seguito dalla Lombardia (1.055) e dalla Campania (338), ma in percentuale la più alta densità di piccoli comuni sul totale regionale è in Valle d’ Aosta (99%) e Molise (92%).
Un risultato accolto con grande soddisfazione dalla Coldiretti, che nella legge a tutela dei piccoli comuni ha sempre visto la strada per tutelare e valorizzare un patrimonio naturale e paesaggistico, culturale e artistico per la popolazione residente ma anche per il numero crescente di turisti italiani e stranieri che vanno alla ricerca dei tesori nascosti del Belpaese. Lo dimostra il fatto che, spiega la Coldiretti, i piccoli comuni sono il vero motore della vacanza enogastronomica, tanto da aver legato il proprio nome a ormai note specialità: dal Puzzone di Moena al Sedano bianco di Sperlonga, dal carciofo di Montelupone al vino di Gavi, dai maccheroncini di Campofilone al Taleggio, dal Vin santo di Vigoleno al vino Loazzolo che rappresentano le Doc più piccole d’Italia. Nei piccoli comuni si “coltiva”, continua la Coldiretti, oltre la metà della produzione agroalimentare nazionale che ha reso celebre il made in Italy nel mondo grazie alla presenza di oltre 300.000 imprese agricole impegnate quotidianamente per assicurare la salvaguardia delle colture agricole tradizionali, il mantenimento delle tipicità alimentari, la tutela del territorio dal dissesto idrogeologico e dagli incendi per difendere un ambiente che offre grandi opportunità di sviluppo sostenibile.
“Ora ci sono le condizioni per recuperare in queste aree i troppi ritardi infrastrutturali e nei servizi offerti con interventi che vanno dalle tecnologie informatiche alle scuole, dagli ospedali alle poste fino alle edicole - commenta il presidente Coldiretti Roberto Moncalvo - è importante valorizzare le opportunità offerte dalla nuova agricoltura nel presidio del territorio e nel sociale in aree che devono fare i conti con la cronica carenza dei servizi alla persona”.
Copyright © 2000/2024
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024