Caino di Montemerano, Colline Ciociare di Acuto, Dal Pescatore di Canneto sull’Oglio, Don Alfonso 1890 di Sant’Agata sui Due Golfi, Enoteca Pinchiorri di Firenze, Lorenzo di Forte dei Marmi, Marchesi alla Scala di Milano, Miramonti l’Altro di Concesio, San Domenico di Imola, Vissani di Baschi: ecco i “cappelli d’oro”, la novità più attesa della Guida I Ristoranti d’Italia L’Espresso 2018, che si svela oggi a Firenze, attribuiti ai “nuovi classici”, ossia i ristoranti che hanno contribuito in maniera decisiva a cambiare il volto della cucina italiana prima dell’avvento della Nuova Cucina Italiana. Cinque, invece, come nel 2017, i ristoranti a cui sono stati attribuiti i 5 cappelli, il massimo riconoscimento della Guida diretta da Enzo Vizzari (intervenuto a WineNews dalla Stazione Leopolda: https://goo.gl/c3A4QQ), dopo aver abbandonato il sistema dei punteggi: Massimo Bottura con l’“Osteria Francescana” di Modena, Enrico Crippa con il “Piazza Duomo” di Alba (Cuneo), Massimiliano Alajmo con “Le Calandre” di Rubano (Padova), Mauro Uliassi con “Uliassi” di Senigallia (Ancona) e Niko Romito con il “Reale” di Castel di Sangro (L’Aquila).
Cresce in maniera considerevole il plotone dei locali da 4 cappelli, che passa da 10 a 15, nonostante l’assenza de La Madia, di Licata (Agrigento), e del Vissani di Baschi, tra i “nuovi classici”: sono Casa Perbellini di Verona, Da Vittorio di Brusaporto, Dani Maison di Ischia, Del Cambio di Torino, Duomo di Ragusa Ibla, La Pergola dell’Hotel Rome Cavalieri di Roma, St. Hubertus dell’Hotel Rosa Alpina di Badia, Il Pagliaccio di Roma, Krèsios di Telese, La Peca di Lonigo, Lido 84 di Gardone Riviera, Seta dell’Hotel Mandarin Oriental di Milano, Taverna Estia di Brusciano, Villa Crespi di Orta San Giulio e, in Slovenia, Hisa Franko di Caporetto. In tutto, sono 40 i ristoranti da 3 cappelli, 132 da 2 cappelli e 457 quelli segnalati con 1 cappello. La regione con il maggior numero di cappelli si conferma la Lombardia, con 164, più 3 cappelli d’oro; seconda è il Veneto con 107, davanti al Piemonte (95); Campania (94, più 1 cappello d’oro); Toscana (87, più 3 cappelli d’oro); Lazio (82, più 1 cappello d’oro); Emilia Romagna (62, più 1 cappello d’oro); Sicilia (39); Alto Adige (38); Puglia (34); Liguria (29); Abruzzo (28); Marche (24); Umbria (12, più 1 cappello d’oro); Trentino, Calabria e Sardegna (10); Valle d’Aosta (4); Basilicata e Molise (2).
Nella Guida, che festeggia i 40 anni di vita, è tratteggiato, fra storia e cronaca, il cammino della ristorazione e della cucina italiana in questi ultimi quarant’anni, così come esce, scorrendo le pagine delle trentanove edizioni passate. I precursori della svolta epocale che dopo il 2000 ha investito questo mondo, cambiandone la sostanza e l’immagine, i maestri di ieri e di oggi, le tendenze e le realtà emergenti fotografate dall’albo d’oro dei Premi che la Guida attribuisce ogni anno. Quest’anno, i principali sono andati a alla Francescana di Modena, per il Miglior Pranzo, a Davide Caranchini (Materia, Cernobbio) per il Giovane dell’Anno, a Gaia Giordano (Spazio, Milano) per la Cuoca dell’Anno, e a Vincenzo Donatiello (Piazza Duomo, Alba) per il miglior maitre.
La Guida 2018 fotografa una realtà ricca, varia, articolata. In Italia oggi si può pressoché ovunque mangiare bene e anche molto bene, con una varietà d’offerta in grado di soddisfare tutti i gusti e tutte le propensioni e capacità di spesa. La crescita dell’offerta ha investito negli ultimi anni, ove più ove meno, tutte le regioni. La Guida scheda e recensisce il vertice qualitativo della piramide della ristorazione italiana: circa 2000 locali selezionati fra oltre 200.000 insegne, tutti i migliori, ciascuno nella propria tipologia, dalla trattoria più semplice alla tavola a “5 cappelli”, dalle enotavole alle cucine etniche, con uno speciale inserto dedicato alle “migliori pizzerie d’Italia”, oggi realtà significativa nel panorama nazionale. Come negli anni scorsi si era registrata una particolare vivacità, con il proliferare di tavole importanti, in Piemonte, in Campania, in Lombardia e soprattutto a Milano (che stacca nettamente Roma), così quest’anno è il Veneto la regione che si distingue per numero e qualità di tavole emergenti ad alto livello.
Focus - Il top de “I Ristoranti d’Italia 2017” de L’Espresso
Cappelli d’oro
Caino di Montemerano
Colline Ciociare di Acuto
Dal Pescatore di Canneto sull’Oglio
Don Alfonso 1890 di Sant’Agata sui Due Golfi
Enoteca Pinchiorri di Firenze
Lorenzo di Forte dei Marmi
Marchesi alla Scala di Milano
Miramonti l’Altro di Concesio
San Domenico di Imola
Vissani di Baschi
Cinque cappelli
Le Calandre di Rubano
Osteria Francescana di Modena
Piazza Duomo di Alba
Reale di Castel di Sangro
Uliassi di Senigallia
Quattro cappelli
Casa Perbellini di Verona
Da Vittorio di Brusaporto
Dani Maison di Ischia
Del Cambio di Torino
Duomo di Ragusa Ibla
La Pergola dell’Hotel Rome Cavalieri di Roma
St. Hubertus dell’Hotel Rosa Alpina di Badia
Il Pagliaccio di Roma
Krèsios di Telese
La Peca di Lonigo
Lido 84 di Gardone Riviera
Seta dell’Hotel Mandarin Oriental di Milano
Taverna Estia di Brusciano
Villa Crespi di Orta San Giulio
Hisa Franko di Caporetto (Slovenia)
Focus - Premi L’Espresso 2018
Il Pranzo dell’Anno (Bertani) all’Osteria Francescana di Modena
La Cantina dell’Anno (Kettmeir) è quella di Laite
Il Maître dell’Anno (Zonin1821) è Vincenzo Donatiello del Piazza Duomo di Alba
Il Sommelier dell’Anno (Ferrari) è Alfredo Buonanno del Krèsios di Telese Terme
Il Servizio di Sala dell’Anno (famiglia Cecchi) è quello dell’Osteria Francescana di Modena
Il Giovane dell’Anno (Lilia) è Davide Caranchini del Materia di Cernobbio
La Cuoca dell’Anno (Veuve Clicquot) è Gaia Giordano de Lo Spazio di Milano
Le Performance dell’Anno (My Chef) sono quelle del Bros di Lecce e dell’Osteria Arborina di La Morra
Le Trattorie dell’Anno (Barone) sono Trippa di Milano, Punto Officina del Gusto di Lucca e Damiani e Rossi di Porto San Giorgio
Le migliori enoTavole dell’Anno (Vite Colte) sono quelle di Macò di Agrate, M1.lle Storie & Sapori di Bergamo e La Mascareta di Venezia
L’Innovazione in Cucina (Kitchen Aid) è Del Cambio di Torino
Il Piatto dell’Anno (Pommery) è quello de La Tana Gourmet di Asiago
La Pasta dell’Anno (De Cecco) è quella de La Terrazza dell’Hotel Eden di Roma
Il Risotto dell’Anno (Riso Scotti) è quello del Lido 84 di Gardone Riviera
Il Carrello dei Formaggi dell’Anno (Inalpi) è del Miramonti L’Altro di Concesio
Il Caffè dell’Anno (Lavazza) è del Mudec di Milano
La Cucina di Pesce dell’Anno (Terra Moretti) è Pascussi al Porticciolo di Fiumicino
La Cucina Etnica dell’Anno (Contadi Castaldi) è quella di Wicky’s Wicuisine Seafood di Milano
La valorizzazione del made in Italy in Cucina (Sella & Mosca) è dell’Antica Corona Reale di Cervere
Il Premio Alla Carriera (Genagricola) va al Romano di Viareggio
Il Giovane Pizzaiolo di Talento (Petra Molino Quaglia) è Gennaro Battiloro per la Kambusa sul Lago di Massarosa
Il Cliente dell’Anno (Alessi) è Felice Marchioni
Le Novità dell’Anno (Coca Cola) sono Borgo Egnazia - Due Camini di Fasano ed Il Portico di Appiano Gentile
La Pasticceria dell’Anno (Domorì) è quella de La Pergola del Rome Cavalieri
Il Ristorante Sostenibile (Podere Forte) è quello dell’Hotel Rosa Alpina St. Hubertus di Badia
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