Si avvicina al record storico il made in Italy agroalimentare all’estero, con le esportazioni che, a fine anno, potrebbero superare, per la prima volta, i 40 miliardi di euro. Come rivelano i dati Istatsul commercio estero, infatti, l’export agroalimentare tricolore ha raggiunto quota 29,8 miliardi di euro nei primi 9 mesi del 2017, con una crescita del 7% sullo stesso periodo dello scorso anno. Nel solo mese di settembre l’export agroalimentare ha toccato quota 3,7 miliardi, il 6,4% in più su settembre 2016. Quasi i due terzi delle esportazioni agroalimentari, sottolinea la Coldiretti, interessano i Paesi dell’Unione Europea, ma gli Stati Uniti sono di gran lunga il principale mercato del food tricolore fuori dai confini dall’Unione, e il terzo in valori assoluti dopo Germania e Francia, e e davanti Gran Bretagna. Se in Germania le esportazioni alimentari sono rimaste praticamente stabili, in Francia si registra un balzo dell’8,2%, mentre in Gran Bretagna si è registrato un +2,5% e negli Stati Uniti la crescita è del 6,8%. Un vero boom, del +18,4%, si registra in Cina, dove ci sono ancora grandi opportunità di crescita per il made in Italy a tavola, e in Russia (+31,3%), dove però le esportazioni restano fortemente limitate dall’embargo che ha colpito una lista di prodotti, dalla frutta alla verdura, dai formaggi alla carne, dai salumi al pesce, provenienti da tutta l’Unione Europea.
“L’obiettivo dei 50 miliardi di euro di export agroalimentare al 2020 - commenta il Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina - è sempre più alla nostra portata. Abbiamo imprese che hanno saputo affrontare la crisi cercando nuovi mercati, proponendo qualità e distintività. I nostri margini sono ancora ampi, guardando soprattutto a quell’area di mercato coperta dai prodotti contraffatti o italian sounding. Per vincere questa sfida dobbiamo essere presenti in squadra all’estero. Abbiamo avviato un percorso che integra tutta la filiera, valorizzando anche il talento dei nostri chef. È questo l’impegno che ci vede protagonisti di oltre mille eventi in più di cento Paesi in occasione della “Settimana della cucina italiana nel mondo” in programma dal 20 al 26 novembre. Una storia nata in Expo e che è utile a spingere ancora le nostre esportazioni. A chi ancora oggi parla di muri e di dazi, diciamo di leggere questi risultati. 30 miliardi di export in 9 mesi, praticamente quello che esportavamo nel 2014. Senza regole giuste - conclude Martina - in mercati aperti migliaia di piccole e medie imprese non potrebbero affrontare i mercati internazionali. Protezione e promozione devono andare insieme, soprattutto per loro”.
A spingere la crescita, sottolinea la Coldiretti, sono i prodotti base della dieta mediterranea a partire dal vino che è il prodotto italiano più esportato e fa segnare un aumento dell’8%, seguito dall’ortofrutta che registra un incremento del 4% ma ottime performance anche per i formaggi con un incremento del 9% in valore. Mai così tanto formaggio italiano è stato consumato all’estero come nel 2017 durante il quale per la prima volta nel 2017 saranno superati i 400 milioni di chili. La dimostrazione più eclatante del successo è il fatto che i francesi sono diventati i principali consumatori di formaggi Made in Italy con le esportazioni che sono praticamente raddoppiate (+94%) in quantità nel decennio nel Paese più nazionalista del mondo togliendo spazio sugli scaffali d’Oltralpe a Camembert, Brie, Roquefort e alle altre specialità locali che, come ricordava Charles De Gaulle, sono i prodotti più rappresentativi del Paese.
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