Bob Geldof, attivista nella lotta alla fame nel mondo, Gunter Pauli, uno dei padri dell’economia circolare, e Jeffrey Sachs, saggista ed economista di fama internazionale, e le loro idee sull’alimentazione sostenibile: a metterle a confronto, sarà il Forum Internazionale su Alimentazione e Nutrizione n. 8 organizzato dalla Fondazione Barilla Center for Food & Nutrition a Milano (4-5 dicembre, Pirelli HangarBicocca), che, attraverso il dialogo e il networking, punta a trovare soluzioni concrete alle sfide ambientali, sanitarie e socio-economiche che interessano l’attuale sistema alimentare, per raggiungere gli obbiettivi dell’Agenda 2030 dell’Onu. E dove, con le sue teorie, arriverà anche il fondatore e presidente internazionale di Slow Food Carlin Petrini, che si confronterà “vis-à-vis” con Guido Barilla, presidente Gruppo Barilla e della Fondazione Bcfn, sul ruolo del cibo e su ciò che questo rappresenta in termini di tutela della biodiversità e di sviluppo sostenibile.
Ad aprire il Foum sarà Jeffrey Sachs, direttore Earth Institute, Columbia University e direttore Sustainable Development Solution Networks che, il 4 dicembre, terrà il discorso motivazionale per i giovani “Know your Goals: fai sentire la tua Voce!”. “Dobbiamo focalizzarci sulla sostenibilità del nostro sistema alimentare globale - sottolinea Sachs - ponendo fine al riscaldamento climatico globale e assicurandoci che le pratiche agricole siano sostenibili. Tutto il mondo, tutti i 193 Stati delle Nazioni Unite, hanno adottato l’Agenda 2030 e i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, molti dei quali sono collegati direttamente o indirettamente alla sicurezza alimentare, a un’alimentazione adeguata e alla sostenibilità ambientale”.
“Abbiamo bisogno di un cambiamento dirompente, perché la sfida che stiamo fronteggiando è tra l’oggi e il domani e non tra oggi e il 2030. Si tratta di una sfida veramente immensa: da una parte ci sono le persone benestanti, dall’altra quelle povere che soffrono la fame. Dobbiamo aprire gli occhi e guardarci intorno perché fino a quando non creeremo innovazione o non ci saranno persone che porteranno un cambiamento concreto, non riusciremo mai a migliorare qualitativamente la nostra vita. Abbiamo bisogno di persone che pensino fuori dagli schemi, ma anche “oltre” gli schemi e facciano meglio di quanto noi non abbiamo mai sognato di fare”, spiega Gunter Pauli, fondatore e presidente di Zeri Foundation, imprenditore e scrittore, che il 5 dicembre terrà la keynote “Di più e meglio: i nuovi trend del cibo”.
“Il valore del cibo: idee per un futuro sano e sostenibile” sarà al tema del confronto tra Guido Barilla e Carlin Petrini, il 5 dicembre, moderati dal giornalista Gigi Padovani. “Non vedo l’ora di essere in Italia, tra poco, con la Fondazione Barilla - dice l’attivista Bob Geldof, che farà il discorso di chiusura del Forum, il 5 dicembre - ho sentito molte cose positive sul lavoro che hanno fatto. Solo attraverso l’impegno di organizzazioni come questa, avremo la possibilità di superare i problemi che l’umanità affronterà in futuro”.
La due giorni dedicata al cibo a 360° vedrà alternarsi workshop di approfondimento, panel e dibattiti. Ma anche i vincitori del Food Sustainability Media Award, premio giornalistico di Bcfn con Thomson Reuters Foundation (Trf) e dedicato alle storie che meglio hanno descritto i paradossi del sistema alimentare (con Danielle Nierenberg, presidente e fondatrice di Food Tank, Monique Villa, ceo Thomson Reuters Foundation, e il direttore “La Repubblica” Mario Calabresi, 4 dicembre); la novità del racconto del legame tra fame nel mondo, cambiamenti climatici e flussi migratori in un report di MacroGeo con una raccolta di articoli sul tema, la presentazione del nuovo Food Sustainability Index, un indice realizzato da Bcfn con The Economist Intellicence Unit, che spiega in quali Paesi il cibo è davvero “buono”, al di là del semplice gusto, con un focus sui Paesi del Mediterraneo, ed i vincitori della borsa di studio della Fondazione Barilla con Bcfn Yes! (con Guido Barilla, Lucio Caracciolo, head of Geopolitics di Macrogeo, Leo Abruzzese, global director of Public Policy dell’Economist Intelligence Unit, e Antonio Zappulla, chief Operating Officer della Thomson Reuters Foundation, 5 dicembre); infine, l’analisi dei risultati del sondaggio di Bcfn e Demos su come vengono percepiti cibo etnico e novità alimentari.
Come le nostre scelte alimentari impattano sull’ambiente; quali sono i Paesi che si stanno impegnando di più per pesare di meno sul Pianeta, cosa stiamo facendo per combattere lo spreco alimentare e come in cambiamenti climatici influenzano i flussi migratori, cambiando il nostro modo di approcciarci al cibo, sono gli argomenti scelti dalla Fondazione per il Forum n. 8, perché sono strettamente connessi, ma sono ancora in pochi ad avere la percezione della portata di questo fenomeno. Basti pensare che le migrazioni sono dovute in buona parte all’insicurezza alimentare, più che alle guerre: ogni punto percentuale di aumento dell’insicurezza alimentare costringe l’1,9% della popolazione (per mille abitanti) a migrare, mentre a fuggire per ogni anno di guerra è lo 0,4% (per mille abitanti). Uno scenario dovuto quindi più a cambiamenti climatici e mancanza di cibo. Eppure, chiunque, nel proprio piccolo, può contribuire a un miglioramento concreto: basterebbe iniziare ripensando a ciò che mettiamo ogni giorno nel piatto. Un esempio? Un filetto di manzo, una porzione di insalata mista condita con olio, una fetta di pane e un frutto comportano il consumo di 3.244 litri d’acqua e l’emissione 4.187 grammi di Co2 equivalente. Se invece mangiassimo una porzione di crema di ceci insieme con un piatto di fagiolini e patate cotte al vapore con scaglie di grana e un frutto, i litri d’acqua consumati scenderebbero a 1.446. Più in generale quindi possiamo affermare che abitudini alimentari più o meno ricche di carne possono portare a ridurre in una sola settimana le emissioni di Co2 equivalente anche di 9 kg e il consumo di acqua di 6.900 litri/pro capite. Insomma, tutti siamo chiamati a collaborare, anche attraverso le nostre scelte alimentari, per impattare di meno sulle risorse del Pianeta.
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