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Goodnews per i prodotti simbolo del madeinitaly: Zampone e Cotechino Modena Igp chiudono il 2017 con +9% di vendite e la Mortadella di Bologna Igp con i consumi a +10% solo in Italia. Intanto il Prosciutto di Parma ora si può esportare anche a Taiwan

Non Solo Vino
Goodnews per i prodotti simbolo del madeinitaly. Il Prosciutto di Parma ora si può esportare anche a Taiwan

Un 2017 in bellezza per il cotechino e lo zampone, prodotti della tradizione italiana legati principalmente al periodo delle feste di Natale e Capodanno, ma non per forza consumati esclusivamente in quel periodo dell’anno. I dati del Consorzio Zampone e Cotechino Modena Igp registrano infatti un aumento delle vendite complessive del 9% sul 2016, pari a 2,2 milioni di chili di Cotechino Modena Igp, facendo registrare un + 7,9%, e 1,2 milioni di chili di Zampone Modena Igp, per un +9,8%. Un giro d’affari di 28 milioni di euro quindi, che sarebbe dovuto anche alla scelta del Consorzio di dedicarsi maggiormente ai gusti dei consumatori, sempre più tendenti a scelte alimentari salutistiche: così proprio dal 2017 cotechino e zampone sono arrivati sul mercato senza glutammato aggiunto, senza derivati del latte e solo con aromi naturali.
“Un anno - spiega con soddisfazione Paolo Ferrari, presidente del Consorzio - che ha visto anche un restyling del marchio che è stato creato ispirandosi al territorio di origine dei due prodotti. I nuovi colori azzurro e oro riprendono quelli dell’araldica della città di Modena e l’elemento caratterizzante rappresenta il rosone del duomo di Modena”.
“Ma quanto è buona la mortadella?”. A detta dei consumatori, tanto: piace da sempre e a tutti, viene comprata principalmente in vaschette pre-affettata, da usare come aperitivo o come merenda in buona compagnia. A dirlo sono i dati del Consorzio Mortadella Bologna Igp, che confermano i gusti degli italiani (e non) in materia di uno degli affettati più amati tra tutti. Negli ultimi 10 anni le vendite sono incrementate del 238%, e nel 2017 sono state pari al 10% in più sul 2016: oltre 8 milioni di chili in più, corrispondenti a 64 milioni di confezioni, a fronte di vendite complessive pari a 33 milioni di chili e una produzione totale di 38 milioni di chili. Numeri da capogiro quindi quelli della mortadella, che si conferma cibo da convivialità per antonomasia. Il Consorzio conferma anche il suo successo all’estero, in particolare nei mercati dei “fan” più longevi e cioè Francia, Germania e Spagna: il 15% della produzione del 2017, pari a 5.000 tonnellate è stato destinato alle esportazioni. Proprio verso la Germania partirà un tour promozionale per la mortadella, che durerà fino al 2020, mentre al di fuori dei confini europei c’è il mercato giapponese, che si sta dimostrando sempre più interessato all’insaccato bolognese. “Sono risultati incoraggianti - sottolinea Corradino Marconi, presidente del Consorzio Mortadella Bologna - per un settore come il nostro. Anche nel 2017 siamo riusciti a mantenerci in linea con l’anno precedente, a ragione del fatto che la strada che stiamo seguendo è quella giusta. Quest’anno inoltre abbiamo un motivo in più per spingere sull’acceleratore: si chiama Fico Eataly World”.
Good news, infine, tra i prodotti simbolo del made in Italy, anche per il Prosciutto di Parma che può essere finalmente esportato anche a Taiwan, grazie alla decisione del Paese asiatico di aprire ai prodotti a base di carne suina provenienti dall’Italia. A comunicarlo il Bureau of Animal and Plant Health Inspection & Quarantine (Baphiq) e il Ministero della Salute italiano, rendendo noti i certificati sanitari necessari per avviare concretamente le esportazioni. Taiwan rappresentava l’ultimo mercato asiatico dalle dimensioni interessanti ancora chiuso che va ad aggiungersi così alla già lunga lista degli oltre 90 Paesi in cui è attualmente esportato il Prosciutto di Parma. Dopo un primo periodo di analisi, il Consorzio sarà ora impegnato nel porre le basi per costruire solide relazioni con gli operatori locali e rendere così operativo un mercato che presenta del potenziale strategico per tutta l’area asiatica che oggi assorbe circa 150.000 Prosciutti all’anno con Giappone in testa, seguito da Cina, Singapore e Hong Kong. “Abbiamo collaborato attivamente con le Autorità taiwanesi che hanno effettuato diverse visite ispettive in Italia coinvolgendo direttamente il Consorzio e i nostri produttori al fine di esaminare i sistemi di gestione della sicurezza alimentare del prodotto”, spiega Vittorio Capanna, presidente del Consorzio. In particolare, il Taiwan Food & Drug Administration (Tfda) ha inoltre notificato l’elenco dei produttori di Prosciutto di Parma, ad oggi circa 40, che avevano manifestato interesse a esportare verso questo Paese e che oggi risultano quindi abilitati.

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