02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2024 (175x100)
IL CIBO DEL FUTURO

Sostenibilità, innovazione, lotta ai falsi: il domani del made in Italy nel mondo passa da qui

Dal convegno delle Cooperative, parlano imprese (Barilla, Coop, Facebook, Amazon) ed istituzioni, con il Ministro delle Politiche Agricole Centinaio

Sostenibilità e innovazione sono le direttive su cui giocherà la sfida del cibo del futuro. Un modello su cui il made in Italy alimentare è già avanzato, ma che ha bisogno del sostegno della politica anche per vincere contro l’eterno problema della contraffazione e dell’Italian sounding. È uno dei messaggi della tavola rotonda d “A portata di futuro, scenari tendenze e rivoluzioni del cibo che verrà” che ha animato l’assemblea della cooperazione agroalimentare oggi a Roma.
“Il consumatore vuole cibo sostenibile e la filiera lo offre anche con l’innovazione che va stimolata con investimenti mirati, soprattutto c’è un forte bisogno di un forte investimento da parte dell’Europa, invece su questo fronte le politiche comunitarie sono piuttosto blande, non c’è ancora abbastanza attenzione alla questione”, ha detto Giorgio Mercuri, presidente di Confcooperative Fedagripesca, il nuovo soggetto che rappresenta l’agroalimentare e la pesca all’interno di Confcooperative. Ma ha aggiunto che l’Europa deve anche offrire più garanzie al consumatore. Concetto che ha trovato assolutamente schierato a favore il Ministro delle Politiche Agricole Gian Marco Centinaio, per il quale l’Italia è particolarmente esigente su tracciabilità e etichettatura” rispetto agli altri partner europei. Nell’ultima riunione del Consiglio dei Ministri in Lussemburgo, il neoministro ha raccontato alla platea di Confcooperative di aver posto l’attenzione, tra le altre cose, sull’etichettatura del pescato che arriva nel nostro Paese. “La signora Maria, tanto per dire di una massaia qualunque, deve sapere il pesce da dove arriva, non deve esserci un codice astruso che neanche il Ministro delle Politiche Agricole è in grado di capire. E soprattutto ci deve essere la data del pescato, a tutela del consumatore finale, per me questo è fondamentale e lo faremo presente tutte le volte che andremo in Europa”.
Tracciabilità e sicurezza, ma non solo. Sul cibo del futuro - sottolinea Paolo Barilla, presidente Aidepi e vicepresidente del Gruppo Barilla - “c’è bisogno della creazione di un nuovo modello. Il Made in Italy deve essere arricchito ogni giorno con contenuti di innovazione e responsabilità. Oggi c’è un nuovo senso di industria rispetto a dieci anni fa, non c’è più solo bisogno di sfamarci ma di creare il cibo del futuro. Abbiamo sconfitto bisogni millenari, bisogna creare il futuro e il futuro si crea con il contributo di tutti, imprese ed istituzioni”.
Al Ministro Centinaio il presidente Aidepi ha chiesto di “fissare insieme gli obiettivi e perseguirli con forza. L’industria infatti investe moltissimo per rigenerarsi, l’importante è sapere quale è la direzione, avere regole certe”.

Ma è importante anche investire sulle nuove tecnologie. Cris Nulli, head of Fmcg-Food Facebook ha sottolineato l’importanza e le potenzialità dei dispositivi mobile, anche per il settore agroalimentare. “Il mobile ha cambiato il modo con cui le persone scoprono i contenuti per loro rilevanti e ciò include le modalità con cui scelgono e acquistano i prodotti. Il mobile è quindi un utile alleato per i marchi alimentari in quanto - ha rilevato il manager di Facebook - per la marca c’è la possibilità di entrare in contatto con il consumatore, senza mediazioni”. E poi c’è l’e-commerce, il cui peso è destinato ad aumentare anche per il cibo, nel mondo. Anche perchè i big ci investono molto, come ha spiegato Nikolay Yanev, head of Prime Now Marketplace del colosso Amazon: “stiamo lavorando per fare avere la spesa ai clienti in qualsiasi modo la desiderino e in varie modalità. Ovviamente, nel servizio di consegna ultraveloce “Prime Now” l’agroalimentare è nella hit dei prodotti più richiesti, e benché l’alimentare rappresenti al momento solo una quota pari al 2,7% del totale, è il comparto che presenta una significativa prospettiva di crescita (è previsto un aumento del 43% in un anno)”.
E anche nella gdo tradizionale, come ha sottolineato Marco Pedroni, presidente di Coop Italia, leader nel Belpaese, “c’è bisogno del digitale nel cibo”. Pedroni ha ricordato che Coop ha iniziato con il “supermercato del futuro in Expo a sperimentare soluzioni informative molto più grandi di quelle che le etichette possono contenere, per esempio sulle caratteristiche nutrizionali, sull’impronta ambientale dei prodotti e sulle pratiche per ridurre lo spreco del cibo”.
Nel convegno, è anche emersa la necessità di continuare rafforzare la lotta alla contraffazione e all’Italian sounding. “Sull’Italian sounding dobbiamo avere una posizione d’attacco - ha detto il ministro Centinaio - dobbiamo andare dove fanno il “parmesan” e promuovere e far assaggiare il vero Parmigiano italiano. La contraffazione la combatto facendo vedere la qualità che sta dietro il “Made in Italy”. Sulla linea dell’attacco’ ai principali mercati della contraffazione anche il presidente di FedAgriPesca Giorgio Mercuri per il quale “l’Italian sounding non può essere affrontato solo lavorando sugli accordi di libero scambio ma intensificando la promozione e andando sugli scaffali dei vari mercati internazionali”.
Il presidente di Confcooperative, Maurizio Gardini ha concluso il convegno ponendo l’accento sulla necessità che il governo aiuti le politiche di internazionalizzazione delle piccole e medie imprese dell’agroalimentare creando un tavolo interministeriale dove “i nostri direttori commerciali possano dire nello specifico quello di cui abbiamo bisogno per poter competere”.
Gardini ha sottolineato il valore aggiunto che le cooperative danno all’agroalimentare italiano, in quanto “filiera tre volte italiana. Le cooperative - ha detto Gardini - rappresentano il 70% del latte, il 60% del vino, il 50% dell’ortofrutta del nostro Paese. Le cooperative non delocalizzano, sono radicate sul territorio e costruiscono filiere per i soci produttori. Produciamo in Italia, paghiamo le tasse in Italia, lavoriamo prodotto italiano. Le cooperative sono una filiera tre volte italiana. Questa è la nostra specificità, queste le nostre radici, questa è la nostra forza. Chiediamo al Governo di mettere al centro le filiere e i produttori per lo sviluppo dell’agroalimentare made in Italy, che ha bisogno di reciprocità verso i competitor europei, stesse regole per tutti. Sul fronte della legalità chiediamo e offriamo al Governo collaborazione per combattere le false cooperative e le false imprese”.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli