Non esiste un approccio univoco al vino, tanto meno in un mercato solido e ricco di sfaccettature come quello della Gran Bretagna, abituato a guidare le tendenze, più che a subirle, ed a mutare in maniera anche repentina, come racconta lo “Uk Portraits 2018” di Wine Intelligence, che mette in fila le diverse tipologie di consumatori di vino in base a criteri sia qualitativi che quantitativi, profilando così target diversi, fondamentali per i diversi produttori per capire le potenzialità del mercato e le possibilità di crescita. Così, i profili individuati sono sei, ognuno con le sue peculiarità. Il primo gruppo di wine lover è quello degli “Adventurous Explorers”, gli esploratori, che rappresentano il 17% dei consumatori abituali di vino (erano il 10% appena due anni fa): per loro il vino è un punto di riferimento del proprio stile di vita, e la connessione nel tempo si è fatta sempre più forte, grazie ad una maggiore conoscenza e alla centralità dell’aspetto esperienziale (“Instagram Moment”). È il target più interessante, perché maggiormente coinvolto, ed in continua crescita grazie, anche ad un mercato degli alcolici, compresi birra e gin, sempre più complesso e simile a quello del vino. Inoltre, l’affermarsi di aziende inglesi, nel Sud del Paese, ha spinto l’enoturismo locale che, insieme a quello nei territori top della Vecchia Europa, è una molla fondamentale per far “innamorare” gli enoappassionati. Questi fattori di coinvolgimento, però, riguardano,seppure in maniera minore e più laterale, anche un altro gruppo, quello dei “Social Newbies”, ossia i neofiti: tendenzialmente più giovani della media, rappresentano il 17% dei consumatori, una volta restii al cambiamento oggi si scoprono anche loro più “avventurosi”, concentrando il consumo in occasioni sociali ben definite.
Il segmento con il secondo maggior indice di coinvolgimento, dietro agli “Adventurous Explorers”, è quello dei più giovani “Generation Treaters”, che rappresentano sì appena l’11% dei consumatori, ma sono anche quelli che vantano la maggio spesa media a bottiglia, tanto che in valore muovono da soli il 26% del mercato enoico della Gran Bretagna. In termini quantitativi, invece, il target più ampio è quello dei “Mainstream Matures”: bevono meno in casa e più fuori, rappresentano il 28% dei consumatori e sono i più avanti con gli anni ed i più esperti, cercano un vino familiare ed economicamente accessibile. In generale, comunque, cresce il livello di confidenza tra i consumatori britannici ed il vino, in tutti i gruppi, anche tra i gruppi meno legati al vino, come ad esempio i “Social Newbies”, che guardano comunque a sotto categorie di facile approccio, come Prosecco e Rosé, ma anche nuovi prodotti di qualità a prezzi sempre più vantaggiosi. In questo senso, è stata accolta positivamente sia dai “Social Newbies” che dagli “Adventurous Explorers” l’offerta sempre più ampia di hard discount come Aldi e Lidl, sia per i vini da consumo quotidiano che per quelli di gamma più alta. A completare la panoramica sulle sei diversi tipi di approccio al vino in Uk, ci sono quindi i “Kitchen Casuals”, il 10% dei consumatori, aprono una bottiglia solo a casa loro, molto di rado, nelle loro scelte sono guidati dalle promozioni e da un repertorio decisamente ristretto di etichette e tipologie, ed i “Bargain Hunters”, una fetta del 17% dei consumatori, i più anziani, quelli che bevono vino meno di frequente e che spendono meno di chiunque altro.
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