La moderazione nel consumo è un valore intrinseco dell’approccio al vino, per lo meno nello stile mediterraneo, dove il calice è sempre, o quasi, associato ai pasti e al cibo. Ma è anche un aspetto sempre più in voga tra i consumatori del mondo, e con cui i produttori dovranno fare i conti nelle prossime decadi. A dirlo un’analisi di Wine Intelligence, che segnala come, in Uk, per esempio, tra i Paesi più importanti per il consumo di vino, la quota di chi si concede un calice quasi quotidianamente, dal 2007 ad oggi, è passata, sostanzialmente, da un quarto ad un quinto dei consumatori di vino. E lo stesso trend, secondo l’agenzia inglese, si rileva in altri mercati strategici, come la Germania e gli Usa, tra gli altri, dove la quota di chi beve vino ogni giorno è in calo. E ad incarnare questo trend sarebbero, soprattutto, i più giovani consumatori. Perchè sebbene i cosiddetti Millennials siano sempre più affascinati e coinvolti dal vino, sembrano andare nella direzione di bere sempre meno bevande alcoliche, incluso il vino.In Usa, per esempio, sebbene solo un terzo dei consumatori regolari di vino siano Under 34, questa categoria di età rappresenta il 47% di tutti consumatori che dichiarano di impegnarsi nel ridurre il loro consumo di alcol. Una volontà sentita molto dai bevitori tra i 35 ed i 54 anni (28% del totale), e ancora di meno dagli over 55 (25%). Segno, tra i tanti, ci una attenzione alla salute sempre più forte soprattutto tra i più giovani, che guardano, per esempio, a vini a bassa gradazione, pensando anche all’apporto calorico, ma anche alla voglia di bere un bicchiere semplicemente per socializzare, senza perdere il controllo. L’esatto opposto del binge drinking, in poche parole. E così, per esempio, spiega Wine Intelligence, in Usa e Australia, dal 2018 ad oggi, è cresciuta del 7% la percentuale di chi dice che il contenuto di alcol siam molto importante al momento dell’acquisto del vino, mentre in Uk e Giappone la crescita di questo parametro è stata rispettivamente del +11 e del +8%. E sempre più diffuse, per esempio, sono iniziative come i “Dry January” in Usa e Regno Unito, e da qualche tempo anche in Francia, o il “Dry February” in Canada, dove si tende a tagliare completamente i consumi di alcol per un mese intero, e che, secondo i dati di Kantar, vede proprio nei più giovani il 40% di chi vi aderisce. Insomma, un vero e proprio trend sempre più solido, quello della moderazione nei consumi, di cui la produzione di vino, al livello mondiale, dovrà sempre più tenere conto.
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