No, un bicchiere di vino non aiuta a difendersi dal Coronavirus. A dirlo sono diversi esperti, rispondendo a quanto sostenuto nei giorni scorsi da Assoenologi, una delle principali associazioni di categoria del mondo enoico (cui anche noi di WineNews abbiamo dato spazio, ndr) che sosteneva come “un consumo moderato di vino, legato al bere responsabile, può contribuire ad una migliore igienizzazione del cavo orale e della faringe, area, quest’ultima, dove si annidano i virus nel corso delle infezioni”.
Che, come si legge in un articolo pubblicato dall'Agi-Agenzia Italia, smentiscono seccamente l'ipotesi: “non scherziamo, non c'è nessuna prova scientifica di questa affermazione, che è da stigmatizzare - commenta Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell'Istituto ortopedico Galeazzi e ricercatore di Igiene generale ed applicata all'Università degli Studi di Milano - è un'affermazione da condannare assolutamente: non si può pensare una cosa del genere. Per la disinfezione ci vuole ben altro”.
Sulla stessa linea Riccardo Gatti, medico e direttore del Sert dell'ospedale Santi Paolo e Carlo di Milano, che ritiene “vergognoso che siano divulgate queste affermazioni in questo momento, magari per vendere di più. Sarebbe come dire che chi è ubriaco è sempre sano e non prende infezioni. Non mi sembra proprio il caso di aumentare la confusione spingendo le persone a consumi inutili e, comunque, non positivi per la salute, proprio in un momento in cui è necessario fare di tutto per conservarla”.
Del resto, le prime precisazioni erano arrivate, proprio sulla pagina Facebook di WineNews, a commento del post dedicato alla nota di Assoenologi, dal professore Emanuele Scafato, vice presidente Eufas - European Federation Scientific Societies of Addiction e direttore del centro dell'Organizzazione Mondiale della Sanità per la Ricerca e la Promozione della Salute sull'Alcol e le problematiche Alcolcorrelate: “Il vino - scrive Scafato - come tutti gli alcolici, non igienizza il cavo orale. Il vino, come altri alcolici, si beve per il piacere di farlo ma avendo consapevolezza delle conseguenze sulla salute, e sopratutto non per esser stati indotti a ritenere che possa avere un qualsiasi effetto di prevenzione dal Coronavirus. L'alcol debilita il sistema immunitario, rendendo l'organismo più vulnerabile alle infezioni virali e sopratutto a quelle da virus respiratori e polmonari in particolare (metanalisi mondiale Bmj). Questa fake news - continua il vice presidente Eufas - diffusa in maniera irresponsabile rispetto alle circostanze delicatissime che richiedono l'integrità dell'organismo, contrasta con le evidenze della comunità scientifica, che sull'alcol ha prodotto un dossier scientifico che alimenta le linee guida per una sana nutrizione degli italiani approvate dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, grazie al lavoro del Crea e di istituzioni di ricerca come l'Istituto Superiore di Sanità e dei Ministeri, incluso quello della Salute e delle autorità competenti”.
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