Boom di farine, lieviti, alimenti a lunga conservazione e confezioni multiple, attenzione a prodotti locali, italiani e biologici e crescita di canali come l’online e l’asporto: sono le nuove tendenze d’acquisto degli italiani al tempo del Coronavirus emerse da un sondaggio di Nomisma, che in collaborazione con Crif ha avviato l’Osservatorio “Lockdown. Come e perché sta cambiando le nostre vite”, un’indagine che, per almeno 12 settimane, monitorerà la situazione nazionale.
Il sondaggio Nomisma evidenzia la crescita degli acquisti di prodotti ed ingredienti: il 40% degli intervistati ha dichiarato di aver dato più spazio a farine e lieviti, ammettendo però, nel 36% dei casi, che ridurrà l’acquisto di questo tipo di prodotti al termine della quarantena. Stesso trend in crescita per l’approvvigionamento di alimenti a lunga conservazione: il 31% ha fatto scorta durante il lockdown, ma il 24% tornerà alle vecchie abitudini quando sarà finita l’emergenza Coronavirus. Boom per le confezioni multiple: il 64% le acquistava nel pre-quarantena, oggi il trend si è assestato a quota 79%. Un dato che, secondo le previsioni degli stessi consumatori, è destinato a rimanere valido anche alla fine dell’emergenza.
Con il lockdown sono cambiate anche le modalità di acquisto. La percentuale di chi ha fatto la spesa online è aumentata del 10% e nelle ultime tre settimane 3 italiani su 4 hanno ordinato cibo da asporto (il 64% ha preferito pasti pronti con consegna a domicilio).
Nei negozi fisici cambiano le priorità. Tra i fattori che orientano la scelta dei prodotti da mettere nel carrello della spesa c’è l’attenzione alla provenienza: il 22% dei consumatori sceglie il Made in Italy e le filiere corte, il 41% fa attenzione alla data di scadenza. Forte poi l’attitudine ad acquistare cibi che garantiscono benessere e uno stile di vita salutare, una tendenza che nel periodo di quarantena tocca il 49%. Il 20% degli italiani, poi, basa la scelta sulla sostenibilità del prodotto, mentre il 12% sceglie in funzione di un packaging sostenibile. Importante la performance del biologico che ha catalizzato l’attenzione del 30% della clientela non user.
Cresce anche la percentuale di chi sceglie i negozi di vicinato, passata dal 40% al 54%. Il cambio di passo è determinato dalla paura di spostarsi e di creare assembramenti, ma la flessione registrata dalla consumer base degli ipermercati (dal 67% al 48%) sembra destinata ad attenuarsi nel corso della ripresa post-Coronavirus: gli italiani sono intenzionati a tornare a frequentare gli stessi negozi a cui erano abituati prima del lockdown. Infine, il sondaggio Nomisma ha chiesto agli italiani i desideri più forti quando l’emergenza sarà finita. Al secondo posto, dopo quello di riabbracciare i propri cari, c’è la volontà di cenare fuori, seguita da un viaggio da fare possibilmente in Italia.
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