La pandemia di Coronavirus ha causato non solo una crisi sanitaria, ma ha anche economica e sociale: in molti casi, ha anche fatto emergere problematiche già esistenti, evidenziando la necessità di intervenire e riorganizzare l’assetto attuale. Tra queste, c’è sicuramente l’autosufficienza alimentare degli Stati membri dell’Unione Europea, che, in lockdown e con i confini chiusi, ha rivelato la sua estrema importanza. Ed è un messaggio, questo, lanciato anche dalla Ministra tedesca dell’Agricoltura Julia Klockner, e dalla sua omologa austriaca, Elisabeth Kostinger, e ben accolto da molte organizzazioni di categoria, tra cui spicca Confagricoltura. Proprio il presidente, Massimiliano Giansanti, ha commentato l’intervento delle due Ministre, alla vigilia del semestre tedesco alla presidenza del Consiglio Ue, evidenziando come questo sia “un intervento innovativo di grande importanza che può aprire una stagione nuova per l’agricoltura dell’Unione. Dal prossimo 1 luglio, la Germania assumerà la presidenza del Consiglio Ue - continua Giansanti - e durante il semestre tedesco sarà approfondito, in vista di una decisione, il negoziato sulla riforma della politica agricola comune (PAC). La proposta in discussione, presentata nel giugno 2018, non risulta più adeguata per un settore che ha assunto una rilevanza sistemica. Le due Ministre hanno precisato che non vanno limitati gli accordi e le relazioni commerciali. Il settore agroalimentare italiano ha bisogno di mercati aperti - rileva Giansanti - ma la dipendenza dalle importazioni non deve diventare eccessiva. Per le proteine vegetali, ad esempio, la dipendenza dai Paesi terzi supera il 90%. La sovranità alimentare ha importanti e diretti risvolti di natura economica. In occasione dei recenti Stati Generali dell’economia ho evidenziato che ogni punto percentuale di crescita della produzione agricola vale 2 miliardi di euro”.
Tema, su cui ruota la discussione del settore agricolo ed alimentare delle ultime settimane, per cui si chiede una maggiore attenzione verso un comparto che, durante la fase più acuta della crisi e il lockdown, ha dimostrato la sua importanza, e che può essere chiave della ripartenza dell’intero Paese, con anche il comparto del turismo enogastronomico a fare da leva. Importanza, sottolineata anche dallo stesso Giansanti: “la filiera agroalimentare - conclude - è in grado di dare un significativo contributo alla ripresa economica duratura e sostenibile sotto il profilo sociale, ambientale e dell’efficienza energetica. Ci aspettiamo, quindi, che le potenzialità del settore siano adeguatamente considerate nel Piano nazionale per le riforme che sarà alla base del “Recovery Plan” italiano, da finanziare con i fondi straordinari della Ue”.
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