Per l’Unione Europea si possono continuare a chiamare “carne” anche tutti quei prodotti a base vegetale che di carne non ne hanno affatto. L’Europarlamento ha bocciato gli emendamenti che avrebbero bloccato l’uso di denominazioni ingannevoli per alimenti di origine vegetale spacciati per hamburger, salsicce o bistecche di carne. Un voto accolto con comprensibile disappunto dalle organizzazioni degli agricoltori italiani, che però non rinunciano a battagliare sul tema. È una “posizione va contro la trasparenza per la quale Confagricoltura si batte da tempo, a favore dei consumatori e delle imprese zootecniche. Altrettanto ha fatto il Copa-Cogeca, con una campagna di comunicazione europea. I consumatori - afferma il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, che è anche vicepresidente del Copa - hanno il diritto di scegliere i prodotti che desiderano, basando la propria scelta su informazioni affidabili che riflettano correttamente le caratteristiche del prodotto. Spesso, invece, queste informazioni si rivelano ingannevoli. Confagricoltura - conclude Giansanti - continuerà la battaglia in tutte le sedi istituzionali per garantire la correttezza delle informazioni, la trasparenza verso il consumatore, nonché per tutelare gli interessi delle imprese del settore zootecnico, portabandiera del made in Italy nel mondo”.
“Serve una norma nazionale - rilancia la Coldiretti - per fare definitivamente chiarezza su veggie burger e altri prodotti che sfruttano impropriamente nomi come mortadella, salsiccia o hamburger per evitare l’inganno ai danni del 93% dei consumatori che in Italia non seguono un regime alimentare vegetariano o vegano”.
Una fumata grigia, quella del Parlamento Ue, secondo Coldiretti, che “lascia di fatto il carrello della spesa “aperto” a finti hamburger con soia, spezie ed esaltatori di sapore o false salsicce riempite con ceci, lenticchie, piselli, succo di barbabietola o edulcoranti grazie alla possibilità - evidenzia la Coldiretti - di utilizzare nomi come “burger vegano” e “bistecca vegana”, bresaola, salame, mortadella vegetariani o vegani con l’unico limite di specificare sull’etichetta che tali prodotti non contengono carne. Il perdurare di una situazione di incertezza rappresenta purtroppo un favore alle lobbies delle multinazionali che investono sulla carne finta, vegetale o creata in laboratorio - denuncia il presidente Coldiretti, Ettore Prandini - puntando su una strategia di comunicazione subdola con la quale si approfitta deliberatamente della notorietà e tradizione delle denominazioni di maggior successo della filiera tradizionale dell’allevamento italiano per attrarre l’attenzione dei consumatori e indurli a pensare che questi prodotti siano dei sostituti, per gusto e valori nutrizionali, della carne e dei prodotti a base di carne”.
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