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AGRICOLTURA E FONDI UE

Coldiretti: “indietro sulla spesa, a rischio 682 milioni di euro pubblici sui Psr 2014-2020”

Il richiamo della Corte dei Conti: Italia fanalino di coda in Ue, risorse da spendere entro il 31 dicembre 2020. Ma burocrazia e Covid frenano
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Coldiretti: “indietro sulla spesa, a rischio 682 milioni di euro pubblici sui Psr 2014-2020”

Sprecare risorse, soprattutto se pubbliche, è sempre un errore. In tempi difficili come questi, poi, sarebbe un delitto. Eppure, in uno scenario atavico per il Belpaese, in più complicato dalla pandemia, l'Italia è in ritardo nella spesa dei fondi comunitari per l'agricoltura, al punto da rischiare di perdere ben 682 milioni di contributi pubblici dei Piani europei di Sviluppo Rurale 2014-2020 delle Regioni, se non verranno utilizzati entro il 31 dicembre 2020. Lo sostiene Coldiretti, in riferimento all’allarme della Corte dei Conti sul fatto che l’Italia è ancora fanalino di coda in Europa per l'assorbimento dei fondi strutturali Ue nel 2019.
“Dallo stato di avanzamento ad ottobre 2020 emerge - sottolinea la Coldiretti - una situazione drammatica in un momento di grave emergenza economica ed occupazionale dovuta alla pandemia Covid. Le risorse pubbliche a rischio disimpegno sono diffuse ungo tutta la Penisola in molte regioni e riguardano nell’ordine - secondo l’analisi della Coldiretti - Puglia con 256,6 milioni di euro, Sicilia 140,4 milioni di euro, 3. Campania 72,6 milioni di euro, Basilicata (45,8 milioni di euro), Lombardia (44,6 milioni), Abruzzo (36 milioni di euro), Liguria (28 milioni), Marche (26,5 milioni) e Toscana (15 milioni)”.

Tra le motivazioni del ritardo, denuncia la Coldiretti, c’è soprattutto l’eccesso di burocrazia; problemi informatici, ricorsi al Tar e la strutturazione dei Bandi. Il risultato è il rischio concreto della perdita di importanti risorse per finalizzate tra l’altro all’ammodernamento delle imprese agricole, ai progetti di filiera, al biologico, alla difesa della biodiversità, alla forestazione e all’insediamento dei giovani agricoltori in un momento in cui cresce l’attrattività della campagna e si riducono le opportunità di lavoro nelle città.
“Siamo di fronte ad un pericolo che l’Italia non si può permettere di fronte all’Unione Europea e soprattutto alle imprese che in molti casi stanno lottando per la loro sopravvivenza” ha affermato il presidente Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “occorre una decisa inversione di tendenza per recuperare risorse preziose ma anche per non ripetere gli stessi errori per i progetti del Recovery fund”.

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