Con la primavera che entra nel vino, le temperature che, dopo la morsa del gelo della scorsa settimana, tornano a salire, e la voglia di andare (già dal 26 aprile) a mangiare fuori, nella lista dei desideri delle bottiglie da mettere in ghiaccio, spunta per forza di cose il Vermentino, vino che guarda naturalmente al mare e all’estate, la cui produzione è storicamente legata alle coste più belle dello stivale, affacciate sul Mediterraneo, tra Sardegna e Toscana. Specie in Maremma, dove il Vermentino è il vitigno protagonista del rilancio enologico della giovane Doc, con 832 ettari vitati da cui nasce il 50% delle bottiglie di Vermentino prodotte in tutta la Toscana. Al top, Agricola Del Nudo Nudo Bio 2019, Azienda Guido F. Fendi Chicca 2019, Belguardo Codice V 2019, Castelprile Prelius Bio 2019, Colle Petruccio Norcias 2019, I Cavallini Diaccio 2019, Monterò Monterò Bio 2019, Tenuta Dodici Vermentino 2019, Terre dell’Etruria Marmato 2020 e Val delle Rose Litorale 2019. Ossia, le migliori etichette emerse dalla “Vermentino Grand Prix”, la kermesse organizzata dal Consorzio dei Vini della Maremma Toscana, che ha incoronato le dieci migliori declinazioni di Vermentino maremmana, secondo la giuria guidata da Luciano Ferraro (Corriere della Sera), di cui fanno parte praticamente tutti gli stellati Michelin del territorio, da Roberto Rossi (Ristorante Il Silene) a Davide Macaluso (Trattoria Bartolini - L’Andana), da Andrea Menichetti (Ristorante Caino) ad Alessandro Rossi (Ristorante Gabbiano 3.0), a Marianna Ciancarelli (Ristorante Il Pellicano).
“Poco più della metà dei vini presentati provengono dalla vendemmia 2020 e, come l’anno scorso, non mancano aziende che propongono Vermentini più maturi, talvolta affinati in legno, in cemento, anfora, cocciopesto e tra le varie etichette Vermentini in purezza oppure in blend con altri vitigni a bacca bianca, fino a un massimo del 15% come previsto dal disciplinare di produzione”, spiega il direttore del Consorzio della Maremma Toscana Luca Pollini.
“Si conferma la tendenza della scorsa edizione: hanno prevalso i vini 100% Vermentino e quelli dell’annata precedente con affinamenti più prolungati, anche se erano in minoranza. Gli sforzi che i produttori stanno facendo su questo vitigno vengono quindi apprezzati e dobbiamo continuare a lavorare con un indirizzo definito in modo da far affermare la nostra Denominazione grazie alla qualità sempre più alta”, aggiunge Francesco Mazzei, presidente del Consorzio della Maremma Toscana. “Sono sempre più convinto che il Vermentino Maremma Toscana abbia le carte in regola non solo per posizionarsi tra i grandi vini bianchi del mondo, ma anche per competere con i grandi vini rossi della Toscana, diventando una delle maggiori chiavi di volta della nostra Denominazione”, racconta Mazzei. “Si tratta di un vitigno particolarmente versatile, adatto alla produzione di vini sia freschi sia invecchiati; questo - unito a un territorio ancora incontaminato e molto variegato, che va dalla fascia costiera fino alle Colline Metallifere e al Monte Amiata, e alle capacità dei singoli vitivinicoltori di esaltare in cantina le uve delle diverse zone - fa si che si possa avere una produzione in continua crescita qualitativa e di grande appeal per il consumatore, come ci dimostra questa seconda edizione del Vermentino Gran Prix”, conclude Francesco Mazzei.
Focus - Il Vermentino nella Doc Maremma Toscana
Con 832 ettari in produzione nel 2021 - nel 2006 erano 138, passando dal 2,2 al 9,5% del vigneto grossetano - il Vermentino è la prima varietà a bacca bianca della provincia di Grosseto e rappresenta oltre il 50% del Vermentino prodotto nell’intera Toscana. Nel 2020 la produzione di questa varietà ha rappresentato 1/3 dell’intera vendemmia della Doc Maremma Toscana, con 1.722.400 bottiglie prodotte, che hanno portato il Vermentino Maremma Toscana DOC a essere la tipologia più imbottigliata (30% del totale) della Doc Maremma Toscana, superando il Rosso (28%).
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