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ATTUALITÀ

Nessuno vuole lavorare più nella ristorazione? Falso. Ma domanda e offerta non si incontrano

Secondo uno studio di Jobtech più di due italiani su dieci (21,8%) cercano lavoro nel comparto horeca
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Un cameriere a Venezia (Ph: Kate Townsend Via Unsplash)

Ma è proprio vero che nessuno vuole più lavorare nel mondo della ristorazione? Senza dubbio il settore fa fatica a trovare personale specializzato ma gli italiani non rifiutano a priori questo tipo di impiego. Secondo uno studio di Jobtech, agenzia per il lavoro completamente digitale, che ha redatto un vademecum per migliorare i processi di ricerca di dipendenti, più di due italiani su dieci (21,8%) cercano lavoro nel comparto horeca (hotellerie-restaurant-café). La forza lavoro per la ristorazione e l’industria alberghiera esiste, ma è difficile far incontrare domanda e offerta di lavoro. Il mondo dell’horeca, che in questi giorni ha dato ufficialmente il via alla stagione estiva, sembra essere protagonista di un corto circuito: in contraddizione con le ormai tradizionali proteste dei titolari che lamentano di non trovare dipendenti, c’è un'offerta di lavoratori desiderosa di imparare e soprattutto disposta a lavorare, alle giuste condizioni. Se, in numeri assoluti, il 2022 registra complessivamente un minor numero di ricerche di lavoro rispetto al 2021 (anno eccezionale, di assoluta ripresa post lockdown) il settore horeca raccoglie un interesse ben più alto del passato: lo scorso anno cercava un lavoro in somministrazione solo il 12,3% degli italiani. A cercare oggi un lavoro nella ristorazione e industria alberghiera sono in primo luogo gli storici lavoratori del settore, a questi si aggiungono nuovi lavoratori che richiedono formazione sul campo.
Sebbene nel 2021, per la prima volta nella recente storia italiana, si sia ridotto il numero delle attività ristorative, con 396.993 unità rispetto alle 397.700 del 2020, secondo la Fipe/Confcommercio mancano comunque 150.000 addetti. Jobtech ha elaborato cinque suggerimenti utili per migliorare i processi di ricerca nel settore: offrire stipendi chiari, dignitosi e rispettosi delle ore extra; prospettare un percorso di carriera; definire un team operativo per creare relazioni di valore; organizzare gli orari lavorativi; il passaparola non basta più, appendere un “cercasi cameriere” sulla vetrina del proprio ristorante non è più sufficiente per trovare dipendenti. Intanto nel primo trimestre del 2022 l’indice del fatturato delle imprese della ristorazione cresce rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente dell’88,7% (fonte Fipe/Confcommercio). L’incremento segnala il lento ma progressivo ritorno alla normalità soprattutto a seguito della totale riapertura delle attività seppure con ancora qualche misura restrittiva a carico della domanda (green pass). Il balzo in avanti così importante dipende in buona parte dal confronto con un periodo in cui la ristorazione era sottoposta a ampie misure restrittive che ne limitavano pesantemente l’attività. Il fatturato resta ancora al di sotto dei livelli del 2019 per circa dieci punti percentuali.

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