In un bellissimo film di Alejandro González Iñárritu, il peso dell’anima era 21 grammi. Quello della conoscenza olistica del mondo del vino, invece, è un po’ di più, ma difficilmente, ad occhio, supera i 200 grammi. Tanto pesa il mitico “Hugh Johnson’s Pocket Wine Book 2023” (per ora solo nella versione in inglese, presto anche in italiano), guida capace di condensare in poche righe, arricchite da abbreviazioni e simboli, informazioni essenziali su migliaia di aziende, vini, territori e denominazioni di tutto il mondo, dalla Francia all’Italia, dalla Germania alla Spagna, dal Portogallo all’Austria, dagli Usa al Sud America senza dimenticare Australia, Nuova Zelanda, Sudafrica e tanti altri produttori minori.
Una bussola in grado di guidare milioni di appassionati (le copie vendite, dalla prima edizione, che risale al 1977, sono 12 milioni), curata da uno dei wine writer più famosi al mondo (con il contributo di una fitta rete di collaboratori, tra cui, per l’Italia, Ian D’Agata e Michele Longo), di certo uno dei più longevi e “produttivi”, che ogni anno aggiorna ogni aspetto della sua “Pocket Wine Book”, dalle annate migliori di ogni territorio ai produttori di riferimento, e aggiungendo via via qualche piccola novità, come l’appendice illustrata dedicata all’invecchiamento e all’affinamento del vino.
All’inizio, invece, un breve report sull’annata 2021, i dieci vini da assaggiare nel 2023 (tra cui i vini del Vulture di Grifalco), e una lista delle diverse varietà. In appendice, il glossario con i termini tecnici del vino, e prima di ogni Paese, il giudizio sulle annate più recenti delle denominazioni più importanti. Fondamentali, per semplicità, i box di approfondimento dedicati ai diversi territori o ad argomenti specifici. Nella sessione dedicata all’Italia, ne troviamo sette: “Top Barbaresco by MGA”, “Top Barolo by MGA”, “Best of Brunello”, “Who makes really good Chianti Classico?”, “Summit of Etna”, “Valpolicella: the best” e “What do the initials mean?”.
Pietra miliare, e aspetto anche per noi più interessante, è il giudizio dato alle aziende, espresso in stelline, da una a quattro, che, restando nel contesto italiano, porta in cima alla piramide qualitativa 53 aziende, da quasi ogni angolo del Paese. Nel Chianti Classico, troviamo Castello di Ama, Fontodi, Isole e Olena, Montevertine e San Giusto a Rentennano, nel Chianti Rufìna Selvapiana, ed ancora etichette come Solaia e Tignanello della Famiglia Antinori. Restando in Toscana, fuori dalle denominazioni top, Tenuta di Trinoro in Val di Chiana e Tua Rita in Val di Cornia. A Montalcino grandi griffe del Brunello come Biondi-Santi, Case Basse (Soldera), Fuligni, Le Potazzine, Salvioni (La Cerbaiola), Pian dell’Orino e Poggio di Sotto. Andando verso la costa, a Bolgheri, troviamo Sassicaia - Tenuta San Guido di Niccolò Incisa della Rocchetta, Ca’ Marcanda di Angelo Gaja, Le Macchiole e Ornellaia.
In Piemonte, le aziende top di Langa, tra Barolo e Barbaresco: Gaja, Bruno Giacosa, Aldo Conterno, Giacomo Conterno, Bartolo Mascarello, Vietti, Roagna, Commendatore GB Burlotto, Elvio Cogno e Poderi Colla, ma anche il punto di riferimento del Moscato d’Asti, Paolo Saracco. In Valpolicella, gli Amarone di Tommaso Bussola, Dal Forno e Quintarelli, mentre per il Veneto bianchista i due fari del Soave sono Pieropan e Graziano Prà, quello del Durello è Fongaro. Il top della Franciacorta è Ca’ del Bosco, in Val d’Aosta spicca Feudi di San Maurizio, in Trentino Alto Adige Manni Nössing e San Leonardo ed in Friuli Venezia Giulia Miani. In Sardegna il nome da segnare in agenda è quello di Capichera, in Abruzzo Tiberio e Valentini, riferimento del Trebbiano, nelle Marche Villa Bucci, griffe del Verdicchio, in Campania al top i vini di Elena Fucci ed in Puglia quelli di Gianfranco Fino. Infine, la Sicilia, tra l’Etna e il mare, da De Bartoli a Feudo Montoni, da Gulfi a Tenuta delle Terre Nere.
Focus - “Hugh Johnson’s Pocket Wine Book 2023”: i box di approfondimento
“Top Barbaresco by MGA”, che individua i quattro comuni di produzione del grande rosso di Langa - Barbaresco, Neive, San Rosso Seno d’Elvio e Treiso – con le rispettive Menzioni Geografiche Aggiuntive ed i principali produttori di riferimento.
“Top Barolo by MGA”, che mette in fila i migliori cru di Barolo indicando per ognuno i produttori più rappresentativi: Bricco Boschis, Bricco delle Viole, Bricco Rocche, Briccolina, Brunate, Bussia, Cannubi, Cerequio, Falletto, Francia, Ginestra, Lazzarito, Monprivato, Monvigliero, Mosconi, Ornato, Ravera, Rocche dell’Annunziata, Rocche di Castiglione, Vigna Rionda e Villero.
“Best of Brunello”, con una lista dei migliori produttori di Brunello in commercio, divisi in due categorie.
“Who makes really good Chianti Classico?”, per muoversi tra una cerchia ristretta di produttori top in un territorio che conta centinaia di cantine.
“Summit of Etna”, con le migliori etichette prodotte alle pendici del vulcano.
“Valpolicella: the best”, per prendere sul serio i migliori produttori del territorio di Amarone e Recioto.
“What do the initials mean?”, una guida rapida e pratica a Doc, Docg, Igt, Dop e Mga.
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