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Dal cibo sensoriale ai consigli contro gli sprechi: se i social riempiono il carrello della spesa

I post su Instagram e Facebook, anche dopo la pandemia, guidano i consumi degli italiani: il 56% dei giovani in cucina si fa ispirare dai food blogger
CIBO, CONSUMI, Cucina, E-COMMERCE, FOOD, FORNELLI, GENERAZIONE Z, POST, SOCIAL, Non Solo Vino
Il ruolo del cibo sui social

Letteralmente esplosi nei primi mesi del lockdown, quando gli italiani si riscoprirono, tra le mura domestiche, chef, pasticceri e panificatori, oggi i contenuti dedicati al cibo e alla cucina sui social continuano ad essere una fonte di ispirazione per quattro adulti su cinque, continuando così ad influenzare e orientare le scelte d’acquisto dei consumatori, in modo particolare della generazione Z, con l’82% dei giovani che ha interagito con i post dedicati al food anche dopo il 2020, mentre il 70% si è lasciato ispirare per provare un nuovo snack, il 47% ha seguito i trend promossi sui social e il 45% si è incuriosito al cibo sensoriale, come emerge dalla ricerca “La spesa online degli italiani: com’è cambiato il rapporto con il cibo dopo il Covid”, firmata da Calicantus.

Solo in Italia, nel 2020 si sono registrati oltre 1,59 milioni di post a tema food (+57,4% sul 2019), un fenomeno certamente indotto dalla permanenza forzata in casa, ma che vede tutt’oggi un importante cambiamento nel comportamento alimentare della popolazione, dato che il 54% degli italiani segue i food influencer per ricevere consigli culinari. Un trend in crescita, quello dei social, anche in Europa: un sondaggio del 2022 ha evidenziato che il 56% delle persone, dai 13 ai 39 anni, ha seguito le tendenze in voga sui social per preparare i pasti, mentre il 47% ha continuato a postare foto di cibo e un terzo delle persone si è rivolto ai social per scoprire nuove ricette.

Tra le categorie di contenuto più popolari ci sono il cibo sensoriale, l’organizzazione della dispensa e il Mukbang, trend coreano con rappresentazioni divertenti. Ma anche consigli nutrizionali, ricette “casalinghe” da poter riprodurre facilmente a casa; consigli per evitare gli sprechi e riutilizzare in modo creativo gli scarti degli alimenti; proposte per cimentarsi in cucina con la famiglia; ricette fantasiose per le intolleranze, allergie o orientamenti alimentari particolari.

Il canale maggiormente utilizzato per la condivisione dei contenuti è Instagram (75,64% del totale), seguito da Facebook e Twitter. Incisivo anche il ruolo di YouTube per l’esperienza di acquisto: in qualità di guida step by step, il canale sta infatti rivoluzionando il modo in cui gli acquirenti scoprono i nuovi prodotti disponibili sul mercato. Il 75% concorda sul fatto che l’esperienza personalizzata di YouTube migliori il classico percorso di acquisto, offrendo spunti inaspettati: durante il video le persone stanno già pensando alla possibilità di scoprire nuovi prodotti.

Non solo social ma anche pubblicità, media e l’offerta di film on demand risultano preponderanti nell’orientamento delle tendenze alimentari in Italia. Tanto che anche il Belpaese segue ormai all’immaginario correlato al cibo made in Usa: dal 2020, impazza sul web l’American Food, spesso connesso alle mode del momento e alle serie Tv, e assaggiare quello che gli italiani vedono nei film è diventata ormai una vera e propria esperienza, così come collezionare le confezioni colorate degli snack made in Usa.

Segue a ruota il tema del food e-commerce, trend in rapida crescita in Italia così come in tutta Europa: si stima che, nel 2022, il settore food nel mondo del commercio online abbia registrato una crescita del 17% e ad oggi il 44% dei grandi brand del comparto food siano presenti online. “Grazie alla vasta scelta di prodotti, la consegna a domicilio sembra essere il trend del futuro e il food rientra in un panorama competitivo che richiede le giuste piattaforme di commercio e strategie di marketing accuratamente progettate - commenta Valentino Bergamo, ceo Calicantus - l’e-commerce rappresenta oggi un vero e proprio ecosistema e si configura sempre più come volano indispensabile per lo sviluppo dell’economia italiana. Siamo di fronte a un momento storico decisivo per la trasformazione dei modelli di business delle aziende, che devono rispondere con prontezza alle esigenze dei consumatori italiani, sempre più digitali, che chiedono un’esperienza di acquisto sempre più su misura”.

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