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Redditività e investimenti spingono il segmento delle soluzioni “agtech” in agricoltura

McKinsey: in Europa soluzioni tecnologiche adottate dal 61% degli agricoltori. Prezzi e ROI poco chiaro, però, ne frenano lo sviluppo
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Il punto sull’agtech

Le attuali condizioni macroeconomiche, l’attenzione dei consumatori per la sostenibilità, le normative e l’evoluzione dei modelli di business potrebbero spingere gli agricoltori ad adottare sempre più spesso soluzioni “agtech” (agricultural technologies), a patto che le loro preoccupazioni trovino risposta. Esistono infatti molteplici ostacoli alla crescita del mercato “agtech”, tra cui ad esempio la frammentazione, la mancanza di un’architettura di dati standard e l’interoperabilità tra piattaforme.

Da un lato, nel 2021, il reddito agricolo in molte Regioni ha raggiunto il livello più alto in quasi un decennio (e, secondo le proiezioni, si manterrà su livelli quasi da record nel 2022), dall’altro, le pressioni inflazionistiche stanno aumentando e gli agricoltori si trovano ad affrontare una serie di sfide, dal controllo delle previsioni meteo alla consapevolezza dei cambiamenti nel panorama normativo, dall’evoluzione delle preferenze dei consumatori all’aumento dei costi dovuti all’inflazione e catene di approvvigionamento spesso inaffidabili. Al contempo, nell’industria agroalimentare si sono riversati capitali esterni per 18,2 miliardi di dollari nel 2021, con una crescita del 38% su base annua dal 2013, portando con sé una pletora di soluzioni tecnologiche per il settore agricolo.

In alcune Regioni, così, le soluzioni “agtech” stanno già guidando il futuro della produttività delle aziende agricole, riducendo i costi operativi e consentendo una crescita meno dispendiosa in termini di risorse. Secondo un’indagine firmata dalla società di consulenza strategica McKinsey, che ha coinvolto 5.500 agricoltori di Asia, Europa, Nord America e Sud America, l’adozione delle tecnologie agronomiche varia notevolmente tra aree geografiche, e che il ROI poco chiaro e i prezzi elevati sono tra i principali fattori che tendono a frenarne l’adozione.

Gli agricoltori europei e nordamericani sono in testa all’adozione globale di prodotti “agtech”, con circa il 61% che utilizza - o prevede di di farlo nei prossimi due anni - un prodotto “agtech”. Gli agricoltori europei, oltre a essere più preoccupati per i costi elevati (48%), segnalano come ulteriore ostacolo le complessità di configurazione e utilizzo (32%). Per quanto riguarda i segmenti “agtech”, il software per la gestione delle aziende agricole è quello più adottato dagli agricoltori (21%), seguito a ruota dall’utilizzo di hardware per il telerilevamento e l’agricoltura di precisione (15%).

Le tecnologie legate alla sostenibilità, come software e hardware che misurano le emissioni di carbonio e il sequestro, e monitorano e ottimizzano i sistemi di irrigazione, e l’automazione e la robotica, si attestano intorno al 5% di adozione. Nei prossimi due anni si prevede una crescita limitata tra le varie categorie: il 4% degli agricoltori ha dichiarato di voler adottare software per la gestione dell’azienda agricola, hardware per l’agricoltura di precisione, soluzioni di telerilevamento o tecnologie legate alla sostenibilità, mentre l’adozione di automazione e robotica dovrebbe essere leggermente inferiore, intorno al 2,5%.

Analizzando il mercato dell’agtech, è possibile individuare sei sottomercati: software per la gestione agricola, tecnologie legate alla sostenibilità, hardware per l’agricoltura di precisione, tecnologie remote-sensing, marketplace agroalimentare e tecnologie mid-stream, robotica agricola, automazione ed apparecchiature elettriche. L’analisi di McKinsey ha evidenziato inoltre come il campo dell’agtech offra immense opportunità per stimolare l’adesione degli agricoltori, ma c’è ancora molto da fare per favorirne l’adozione, lavorando su quattro aree chiave: personalizzare i prodotti e i modelli di business, semplificare l’esperienza clienti, rinnovare la fiducia nell’archiviazione e condivisione dei dati ed integrare i dati e le soluzioni tech.

Focus - I cinque macro trend dello studio di McKinsey


Apertura all’innovazione

Per migliorare i propri profitti, il 43% degli agricoltori si concentra sulla sperimentazione di nuovi prodotti per accrescere la resa. L’aumento dei prezzi dei fattori di produzione è attualmente la maggiore preoccupazione, con il 67% che indica l’aumento dei prezzi dei fattori di produzione come una delle tre principali preoccupazioni per la redditività nei prossimi due anni. Il timore è fondato: gli agricoltori di tutto il mondo riferiscono che i prezzi dei fattori produttivi sono aumentati tra l’80% e il 250% negli ultimi anni. In tutti i mercati, le grandi aziende agricole (oltre 5.000 acri) sono le più inclini ad adottare soluzioni agtech (81%), mentre il 76% delle aziende medie (da 2.000 a 5.000 acri) e il 36% delle piccole aziende (meno di 2.000 acri) utilizzano o prevedono di utilizzare almeno una tecnologia nei prossimi due anni. L’adozione dell’agtech non è uniforme: ad esempio, l’Europa mostra differenze da Paese a Paese, con la Germania in testa per l’adozione di marketplace per l’agribusiness (13%) e i Paesi Bassi al primo posto per l’uso di hardware per l’agricoltura di precisione (33%). L’analisi mostra come il contesto attuale incoraggerà gli agricoltori, invece di puntare sull’adozione di singole tecnologie, a concentrarsi sulla combinazione innovativa di due sottomercati chiave: i sistemi software per la gestione delle aziende agricole e le soluzioni hardware per l’agricoltura di precisione.


Transizione verso un sistema alimentare più sostenibile

Un’indagine di McKinsey mostra come dall’inizio della pandemia quasi il 30% degli intervistati abbia aumentato il proprio consumo di alimenti sostenibili. Al contempo, uno studio sugli investimenti nel settore ha evidenziato che quasi un terzo delle start-up che operano in ambito agritech hanno una value proposition orientata alla sostenibilità, evidenziando la direzione verso cui investitori, startup e dunque scelte dei consumatori guardano. Anche laddove l’adozione di pratiche agricole sostenibili è più elevata, l’uso di tecnologie legate alla sostenibilità è ancora basso: l’Europa e il Nord America guidano l’utilizzo di tecnologie legate alla sostenibilità, ma con un’adozione del 9%. L’hardware per l’agricoltura di precisione, che è uno dei principali strumenti per le pratiche agricole sostenibili e a basse emissioni, è il più utilizzato in Nord America (28%), seguito subito dopo dal Sud America (27%) e dall’Europa con il 21%. Le soluzioni più adottate sono il software di mappatura e monitoraggio della resa (69%), le tecnologie per l’applicazione di fertilizzanti a rateo variabile (67%) e lo spegnimento automatico delle sezioni di irrorazione (67%). L’Asia sta ancora recuperando terreno, con solo il 4% di adozione delle categorie tecnologiche legate alla sostenibilità.

Il ruolo sempre più importante delle regolamentazioni

La regolamentazione svolge già un ruolo critico nel plasmare il futuro dell’agtech: i dati dell’indagine mostrano che i programmi sponsorizzati dal governo sono i principali motori dell’adozione dei programmi di sostenibilità, con il 40% degli agricoltori che dichiara di partecipare a queste iniziative. I cambiamenti normativi proposti negli ultimi tre-cinque anni in vari Paesi influenzeranno probabilmente la direzione dell’adozione e dell’innovazione agtech. Ad esempio, si prevede che il Green Deal proposto dall’Europa abbia un impatto moderato sull’uso di fertilizzanti e pesticidi da parte degli agricoltori. È probabile che questa iniziativa spinga l’adozione di innovazioni agtech come le soluzioni software per la gestione delle aziende agricole e le tecnologie per l’agricoltura di precisione, oltre a uno spostamento verso l’utilizzo di fattori di produzione con minori emissioni di gas serra. Un altro esempio è rappresentato dall’attenzione alle risorse idriche e alla gestione dell’acqua.


Una continua evoluzione del modello di business

Il 50% degli agricoltori a livello globale si dichiara non disposto a coprire il prezzo e i costi di queste nuove soluzioni, in parte legato al fatto che distributori e aziende produttrici hanno storicamente offerto agevolazioni per piattaforme digitali complete. Una proposta di valore più chiara che si concentri sul ROI probabilmente incoraggerà una maggiore adozione: il 30% degli agricoltori ha citato un ROI poco chiaro come principale ostacolo all’adozione e, in base alle loro risposte, il ROI minimo atteso per prendere in considerazione l’adozione è di 3:1. Le aziende agtech stanno attualmente cercando di abbandonare gli acquisti una tantum e i rinnovi annuali a prezzo fisso di software o soluzioni per concentrarsi maggiormente sull’adattamento e l’esplorazione dei modelli di business.


Personalizzazione dei prodotti e fiducia

Un’altra fonte di timore per gli agricoltori riguarda la sicurezza dei propri dati: il 20% di essi ritiene l’accesso ai dati l’ostacolo principale all’adozione di un software di gestione aziendale. I prodotti che offrono una maggiore personalizzazione e che forniscono informazioni scientifiche e attuabili per ottimizzare gli input sono quelli che hanno maggiori probabilità di creare fiducia e di guadagnare terreno nell’attuale contesto inflazionistico.

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