L’intelligenza artificiale è già molto presente nella vita di ognuno di noi, su smartphone, computer, elettrodomestici, automobili e così via. Ma lo stop alla celeberrima applicazione ChatGpt che, almeno per il momento, è inaccessibile dall’Italia, ha portato il tema sotto i riflettori, tra le potenzialità ed i rischi di uno strumento sempre più potente, la necessità di una normativa chiara per le sue applicazioni e così via. E, di rimbalzo, se ne è occupato anche il mondo del vino, con i Grandi Cru d’Italia, un club, guidato dalla presidente Valentina Argiolas (e dal vicepresidente esecutivo Paolo Panerai), che, sul modello francese, riunisce i produttori più rappresentativi dell’eccellenza vinicola del Paese, che, da almeno 20 anni, producono vini con i più alti rating risultanti dall’incrocio delle principali e più autorevoli guide e riviste italiane e straniere. E lo ha fatto, a Vinitaly 2023, mettendo “a confronto” la stessa ChatGpt ed alcuni dei migliori degustatori di vino italiano come Monica Larner, italian editor di “The Wine Advocate”, Antonio Galloni (Vinous), Ian D’Agata, editori in chief di “Terroir Sense”, il Master of Wine Gabriele Gorelli. Perchè ormai anche ChatGpt, se interrogata, sa dare buone risposte in termini di “recensioni”, o di informazioni, su annate e vini, creando dei dialoghi che, con il suo algoritmo, “pesca” tra i fiumi di parole che si riversano ogni giorno sul web. E, alla domanda, posta agli stessi degustatori, se l’intelligenza artificiale potrà mai sostituire l’esperienza umana nella degustazione, la risposta è stata, ovviamente, no.
Perchè se l’avatar creato con “l’intelligenza artificiale generativa” è stato in grado di riassumere perfettamente le condizioni meteo che hanno portato all’annata 2022 del Chianti Classico,
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