La legge è uguale per tutti, influencer inclusi: i senatori e i deputati francesi hanno deciso che non ci saranno deroghe (ma neppure inasprimenti) alla Legge Évin, che dal 1991 vieta la promozione di bevande alcoliche (vino, birra e liquori). Dunque, anche il mondo dei social network dovrà rispettare ed applicare la normativa vigente. Dopo una recente battaglia, che ha visto scendere in campo l’associazione Addictions France, che proponeva il divieto assoluto per l’industria degli alcolici di utilizzare influencer e artisti per promuovere i propri prodotti, si è giunti ad uno status quo, come riporta il sito “Vitisphere”.
La Legge Evin, che è valida anche per le sigarette, consente peraltro altre forme di pubblicità per le bevande alcoliche, ad esempio a mezzo stampa, per radio (tranne in determinate ore) e con manifesti, ma solamente informativa e senza evocare associazioni con feste e socializzazione. Inoltre deve essere sempre riportato l’avviso “L’abuso di alcol è dannoso, consumare solo con moderazione”.
Tra le pieghe della Legge Évin c’è, però, una zona grigia, che si è evidenziata negli ultimi anni, quella dei social, da Facebook ad Instagram, passando per Tik Tok. Gli influencer, infatti, si muovono in un ambito estremamente sfumato, difficile da regolamentare ed inquadrare. Fanno comunicazione, ma anche promozione e, spesso e volentieri, pubblicità. Proprio con loro è stata particolarmente agguerrita Additions France, che, nei mesi scorsi, è anche riuscita ad ottenere una sentenza per far rimuovere post che infrangevano la Legge Évin.
Adesso è stato deciso dalla Commissione che quello che vale ovunque vale anche per gli influencer: vediamo come reagiranno i professionisti dei social.
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