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DATI & MERCATI

Le esportazioni agroalimentari Ue, nei primi 5 mesi 2023, a 95,7 miliardi di euro: +8%

“Monitoring Eu Agri-Food Trade” by Commissione Europea: Gran Bretagna, Usa e Cina prime destinazioni, il Brasile è il primo fornitore
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I prodotti agroalimentari (credits: Dan Cristian Padure per Unsplash)

Dopo il rallentamento di aprile, il commercio agroalimentare dell’Unione Europea è tornato a crescere a maggio 2023, con un aumento sia delle importazioni che delle esportazioni, per un surplus agroalimentare Ue che segna il +2% su base mensile, raggiungendo +5,1 miliardi di euro, come emerge dall’ultimo “Monitoring Eu Agri-Food Trade” della Commissione Europea sui dati di maggio.
Le esportazioni agroalimentari dell’Unione Europea sono aumentate dell’8% su base mensile, e hanno raggiunto a maggio i 19,4 miliardi di euro, un livello simile a quello del maggio 2022. Da inizio anno, le spedizioni hanno, invece, raggiunto i 95,7 miliardi di euro (+8% sugli 88,5 miliardi di euro dello stesso periodo del 2022). Anche le importazioni sono aumentate, a maggio, e hanno raggiunto i 14,3 miliardi di euro (+10% su base mensile), un livello comunque inferiore dell’8% rispetto a maggio 2022, con i valori unitari delle importazioni agroalimentari che sono diminuiti nel corso dell’anno. Le importazioni cumulative, dall’inizio del 2023, sono cresciute del 3% (+2,2 miliardi di euro) sullo stesso periodo 2022, a 69,2 miliardi di euro, per una bilancia commerciale che segna +26,5 miliardi di euro, specie grazie a cereali e derivati, latticini e vino.

Il Regno Unito ha rafforzato la sua posizione di prima destinazione delle esportazioni agroalimentari Ue, a quota 21,1 miliardi di euro, con un aumento di 2 miliardi di euro (+10%), soprattutto nelle preparazioni a base di cereali, nelle preparazioni a base di frutta e verdura e negli ortaggi. Gli Stati Uniti si confermano come la seconda destinazione, con 11 miliardi di euro, nonostante un calo delle esportazioni di 598 milioni di euro su base annua (-5%), spiegato quasi interamente dalla forte diminuzione delle esportazioni di alcolici e liquori (-543 milioni di euro, -34% principalmente a causa dei minori volumi).

La Cina, con 6,5 miliardi di euro, è la terza destinazione delle esportazioni agroalimentari Ue, con un aumento di 773 milioni di euro (+14%): le spedizioni di cereali verso Pechino sono più che raddoppiate (+380 milioni di euro), nei primi 5 mesi 2023 sullo scorso anno. Il quarto mercato per l’export agroalimentare dei Paesi Ue è la Svizzera, che supera i 5 miliardi di euro, con una crescita del 6% (+268 milioni di euro). In top five anche il Giappone, dove la Ue ha spedito prodotti agroalimentari, nei primi cinque mesi 2023, per 3,4 miliardi di euro (+3%).

Anche le esportazioni verso la Turchia sono cresciute, di un solido +45% (+721 milioni di euro), con le spedizioni di carne bovina che sono passate dagli 11 milioni di euro del periodo gennaio-maggio 2022 ai 224 milioni di euro nello stesso periodo del 2023. Da segnalare anche il dato della Russia, dove le importazioni dalla Ue sono cresciute del 19%, per un giro d’affari che supera i 3 miliardi di euro. Al contrario, si osservano forti riduzioni delle esportazioni da inizio anno in mercati come Egitto (-382 milioni di euro, -32%), Tunisia (-211 milioni di euro, -38%) e Iran (-192 milioni di euro, -46%).

Il valore cumulativo delle esportazioni dell’Unione Europea è aumentato per la maggior parte dei prodotti, tra gennaio e maggio 2023, a partire da preparati di cereali e prodotti della macinazione (+1,3 miliardi di euro, +15%), preparati di frutta e verdura (+974 milioni di euro, +25%) e dolciumi e cioccolato (+645 milioni di euro, +18%). Stabile il vino, con un giro d’affari di 7 miliardi di euro nei primi 5 mesi 2023. La maggior parte di questi aumenti, comunque, si spiega con l’aumento dei prezzi all’esportazione, mentre i volumi esportati sono rimasti stabili o addirittura diminuiti. Fanno eccezione gli oli di origine vegetale, i semi oleosi e le colture proteiche e i cereali, per i quali i volumi delle esportazioni sono aumentati rispettivamente del 40%, 23% e 16%, mentre il loro valore unitario è diminuito. Le esportazioni di superalcolici e liquori sono diminuite del 4% in valore e dell’11% in volume. Un’altra moderata riduzione dei valori delle esportazioni può essere osservata per la carne suina, lo zucchero e l’isoglucosio, per i quali in parte l’aumento dei prezzi ha compensato il calo dei volumi.

Come detto, a maggio, nei Paesi dell’Unione Europea non sono cresciute solo le esportazioni, ma anche le importazioni agroalimentari, attestandosi a 14,3 miliardi di euro, con una crescita del 10% su base mensile (+1,3 miliardi di euro), ma ancora al di sotto del livello di maggio 2022 (-8%), e arrivando, da inizio anno, a 69,2 miliardi di euro. Le importazioni dall’Ucraina, da inizio anno, continuano a mantenersi su livelli elevati, con una crescita di 2,1 miliardi di euro, pari al +60%, nei primi cinque mesi del 2023 sullo stesso periodo del 2022, arrivando a 5,6 miliardi di euro. Kiev rimane così la terza fonte di importazioni agroalimentari dell’Unione Europea, con un forte aumento dei flussi di cereali, semi oleosi, pollame e uova, nonché di zucchero e isoglucosio.
Il Brasile si conferma come primo Paese esportatore di prodotti agroalimentari verso i Paesi Ue, nonostante una riduzione delle importazioni di 384 milioni di euro (-5%), principalmente di soia e caffè, a 7,1 miliardi di euro. Il Regno Unito è il secondo esportatore, in crescita di 388 milioni di euro (+7%), soprattutto per i cereali (+199 milioni di euro, +70%), con 6,2 miliardi di euro. Anche le importazioni dal Canada sono aumentate, del 35% (+360 milioni di euro) da inizio 2023, principalmente grazie ai cereali. Le importazioni dall’Egitto sono cresciute invece del 45% (+285 milioni di euro), spinte da frutta, frutta secca e verdura. In calo, invece, le importazioni da Argentina (-524 milioni di euro, -21%), Russia (-474 milioni di euro, -38%), Australia (-307 milioni di euro, -16 %) e Moldavia (-260 milioni di euro, -46%).

Guardando alle diverse produzioni, le importazioni di cereali segnano, dall’inizio dell’anno, un aumento di 1,7 miliardi di euro sui primi cinque mesi 2022, e un aumento del 48% in volume. Lo stesso vale per lo zucchero, che ha registrato un aumento delle importazioni, a valore, del 158% (+598 milioni di euro), a fronte di un raddoppio dei volumi. Le importazioni dei derivati del tabacco sono aumentate quindi del 53% (+657 milioni di euro), mentre quelle degli oli vegetali sono diminuite, nel periodo gennaio-maggio 2023, sia in valore (-1 miliardo di euro, -23%) che in volume (-10%). Una situazione simile si osserva per le importazioni di preparazioni alimentari miste (-302 milioni di euro, -11% in valore, -14% in volume). Le importazioni di margarina e altri oli e grassi hanno perso 337 milioni di euro (-16%), un calo che si spiega con i prezzi delle importazioni più bassi, visto che i volumi sono aumentati del 9%.

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