Nei giorni scorsi è stato approvato il “Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici”, a darne notizia è stato il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica che ha spiegato, si legge nel documento, come “l’obiettivo principale del Pnacc (Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici, ndr), è fornire un quadro di indirizzo nazionale per l’implementazione di azioni finalizzate a ridurre al minimo possibile i rischi derivanti dai cambiamenti climatici, a migliorare la capacità di adattamento dei sistemi socioeconomici e naturali, nonché a trarre vantaggio dalle eventuali opportunità che si potranno presentare con le nuove condizioni climatiche”.
Un fenomeno, quello del “climate change”, che ovviamente preoccupa da tempo il mondo agricolo. Cristian Maretti, presidente Legacoop Agroalimentare, ha spiegato che “a causa dei cambiamenti climatici, dell’invasione delle specie aliene e dell’antropizzazione, il settore agricolo e, quello agro-alimentare, saranno soggetti ad un generale calo delle capacità produttive, con una probabile diminuzione delle caratteristiche qualitative dei prodotti. Ma le cooperative sono pronte a fare le loro parte per salvare un settore così importante per l’uomo”. Maretti ha commentato il Pnacc approvato dal Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (Mase) Gilberto Pichetto Fratin dichiarandosi “soddisfatto” aggiungendo come “la nostra organizzazione e le cooperative che vi aderiscono da anni hanno fatto della sostenibilità (ambientale, economica e sociale) il loro obiettivo principale. Sia per il segmento dell’agricoltura, sia della pesca”. Per Maretti “la cooperazione, proprio per le sue caratteristiche intrinseche, di modello di integrazione lungo tutta la filiera, è in prima linea per lavorare per un mondo più sostenibile dove l’agricoltura e la produzione del cibo giocano un ruolo fondamentale. Sentiamo la responsabilità verso le nuove generazioni molto preoccupate e attente al valore della sostenibilità”.
Cristian Maretti, presidente Legacoop Agroalimentare, ha aggiunto che “non possiamo giocare questa sfida da soli. Sappiamo dell’importanza del valore agroalimentare e delle produzioni dei nostri territori, abbiamo riscoperto la bellezza di vivere in un paese ricco di biodiversità e di prodotti di alta qualità. La cooperazione è impegnata anche nella nuova sfida della sostenibilità ambientale, insieme a quella sociale ed economica. Ma la sostenibilità ha un costo ed è inimmaginabile che questo debba ricadere completamente nell’anello debole della filiera, quello primario”. Il Pnacc, dice Legacoop agroalimentare, evidenzia come la “combinazione di cambiamenti climatici e abbandono delle aree rurali e forestali, se non affrontato correttamente, porta al problema degli incendi, alla siccità, alla mancanza di fertilità dei suoli”, per Cristian Maretti “occorre ricerca per ridurre i prodotti fitosanitari e antibiotici e sostituirli con altri altrettanto efficaci, accessibili e sostenibili. Occorre lavorare sulle Tea per tutelare la nostra biodiversità con varietà resistenti al cambiamento climatico e agli attacchi di nuove malattie. Abbiamo bisogno di introdurre innovazione e di fare aggregazione, di costruire una filiera sempre più solida”.
Un ruolo importante sono chiamate a svolgerlo la foreste per la capacità che hanno di attutire gli effetti di caldo torrido e piogge torrenziali sempre più frequenti e “in questo campo le cooperative forestali di Legacoop Agroalimentare hanno dimostrato di essere soggetti particolarmente virtuosi visto il successo nei bandi di filiera con progetti multiregionali che puntano alla valorizzazione di nuove filiere e al rilancio della vivaistica forestale”. A risentire dei cambiamenti climatici - continua Legacoop Agroalimentare - saranno le colture in termini di resa, ma anche di qualità sia per l’agricoltura sia per l’allevamento, e come riduzione del valore della produzione aggregata che è stata stimata dal Pnacc pari a 12,5 miliardi di euro nel 2050.
Non è immune dagli effetti “neppure la pesca dove si prevedono cali della produttività e della consistenza e distribuzione delle risorse sfruttate, ma soprattutto danni irreparabili agli ecosistemi. La vicenda tristemente nota del granchio blu è solo un esempio degli effetti devastanti del cambiamento climatico”. Il presidente Legacoop Agroalimentare Cristian Maretti conclude sostenendo come sia “necessario continuare con il lavoro che Legacoop Agroalimentare ha intrapreso di valorizzare la ricerca universitaria e metterla al servizio del settore con proposte legate alla multifuzionalità come il pescaturismo e l’ittiturismo”.
Copyright © 2000/2024
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024