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ATTUALITÀ

Il paesaggio italiano in 50 anni ha perso una superficie pari a 12 milioni di campi da calcio

Coldiretti: gli agricoltori lo custodiscono per il 55%, garantendo una costante opera di manutenzione e tutela del territorio
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Un tipico paesaggio toscano modellato dalle colline

Si parla tanto di paesaggio, di colline e distese di verde che custodiscono prodotti di eccellenza, di un colpo d’occhio che comunica la storia di un territorio e le sue tradizioni ma che è una risorsa fondamentale anche da un punto di vista turistico. Ma il paesaggio non è sempre qualcosa di facile da mantenere, soprattutto quello agricolo, base di un settore che attraversa le sue difficoltà e di un mestiere, quello dell’agricoltore, che andrebbe valorizzato di più. Sono loro, infatti, gli agricoltori, che custodiscono il 55% del paesaggio nazionale, garantendo una costante opera di manutenzione e tutela del territorio, messa però sempre più a rischio dal fatto che, nell’ultimo mezzo secolo, è scomparsa una superficie agricola pari a 12 milioni di campi da calcio. Un allarme, lanciato da Coldiretti, per la Giornata Nazionale del Paesaggio, di scena oggi 14 marzo, con l’obiettivo di sensibilizzare i cittadini sulle tematiche legate alla sua tutela. Un paesaggio, quello italiano, fortemente segnato dalle produzioni agricole, dalle dolci colline pettinate ma anche dai vigneti agli ulivi secolari, dai casali in pianura e le malghe di montagna, dai pascoli ed i terrazzamenti.
“Una risorsa economica, ambientale e turistica del Paese - rileva Coldiretti - sulla quale pesano però gli effetti della cementificazione e dell’abbandono che hanno progressivamente indebolito la presenza degli agricoltori sul territorio. Basti dire che nel 1970 la superficie agricola totale rappresentava l’83% del territorio nazionale”. Per Coldiretti “agli effetti dell’erosione del suolo agricolo si aggiungono le follie dell’Unione Europea come la direttiva sul Ripristino della Natura, una legge senza logica che andrà a diminuire ulteriormente la produzione agroalimentare, mettendo in contrapposizione la natura e l’agricoltore, che in realtà è il vero custode di questo patrimonio ambientale. Al contrario occorre accelerare sull’approvazione della legge sul consumo di suolo che giace da anni in Parlamento e che potrebbe dotare l’Italia di uno strumento all’avanguardia per la protezione del suo territorio”.
Gli agricoltori rappresentano, peraltro, anche un argine alla perdita di biodiversità, in una situazione “in cui dalle 8.000 varietà di frutta presenti lungo la Penisola, sottolinea ancora la Coldiretti, si è scesi a poco meno di 2.000 e di queste ben 1.500 sono considerate in pericolo anche per effetto dei moderni sistemi della distribuzione commerciale che privilegiano le grandi quantità e la standardizzazione dell’offerta”.

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