Tutti a difesa del made in Italy e dal Brennero, dove è partita la grande mobilitazione della Coldiretti per una proposta di legge europea di iniziativa popolare sulla trasparenza di quanto portiamo in tavola, arrivano i primi risultati delle azioni di controllo. Il “bollettino”, comunicato dalla Coldiretti, parla di “cosce di maiale danesi dirette a Modena che rischiano di diventare prosciutti italiani, uva indiana spedita a Novara, frutta sudafricana proveniente dalla Moldavia con direzione Sicilia, preparati industriali a base di uova fatti in Polonia e attesi a Verona. Ed anche un tir carico di grano senza tracciabilità”. Ecco solo degli esempi del “fake in Italy” scoperti dalla Coldiretti al Brennero, dove 10.000 agricoltori con il supporto delle forze dell’ordine hanno fermato i tir carichi di prodotti alimentari provenienti dall’estero. Una mobilitazione “per dire stop all’invasione di cibo straniero spesso venduto come nazionale, con l’avvio di una grande raccolta di firme per una proposta di legge europea di iniziativa popolare che porti a estendere l’indicazione dell’origine in etichetta su tutti i prodotti in commercio nell’Unione Europea”.
L’associazione ha giudicato “preoccupanti gli arrivi di cosce di maiale dal Nord Europa già pronte per essere lavorate e magari diventare prosciutti venduti sul mercato con nomi del tipo “nostrano” o “di fattoria”. Ma c’è anche l’uva indiana diretta a Novara che entra nel nostro Paese in confezioni che non rispettano le normative e che dovranno dunque essere sostituite, con il dubbio che possa essere cambiata. Emblematico pure il caso dei preparati industriali a base di uova in arrivo dalla Polonia considerato che l’Italia è pienamente autosufficiente per il suo fabbisogno nazionale. E non mancano cagliate danesi per fare il formaggio con destinazione Parma. Ma tra i prodotti scoperti nel corso dei controlli ci sono anche 25.000 chili di latte austriaco diretti a Brescia, 23.000 chili di pere dal Belgio dirette a Taranto, cipolle dell’est Europa spedite a Parma, formaggi con nome italiano fatti nel Nord Europa, tulipani olandesi in viaggio per Verona, 21.000 di chili di patate “nordiche” spedite a Crotone, prodotti da forno, carne di maiale e molto altro”.
La mobilitazione non si ferma con gli agricoltori della Coldiretti che restano alla frontiera anche nella giornata di martedì 9 aprile per continuare dalle ore 9 con la verifica dei carichi di tir e autobotti in arrivo. Per l’occasione sarà svelata la black list 2024 dei prodotti stranieri più pericolosi, con l’analisi, settore per settore, sui cibi contaminati scoperti dopo essere entrati nel nostro Paese. “Ci dicevano che oggi al Brennero non avremmo trovato camion in ingresso che trasportavano prodotti agroalimentari come li avevamo trovati negli anni passati - ha detto il presidente Coldiretti, Ettore Prandini - e, purtroppo, i fatti hanno dimostrato esattamente il contrario. Troppi prodotti stranieri diventano italiani varcando i nostri confini. Questo non è più accettabile e vale per tutti i prodotti. Vogliamo una giusta trasparenza rispetto a quelle che sono le informazioni che devono essere date ai cittadini: per questo serve l’obbligo di origine a livello europeo. Poi siano i cittadini a scegliere con consapevolezza cosa acquistare”.
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