Piscina, sauna e Playstation, ma soprattutto Parmigiano e spaghetti: i giocatori della Nazionale sono arrivati ieri a a Iserlohn, in Germania, nel ritiro che li ospiterà in vista degli Europei 2024 (sabato la prima partita, contro l’Albania). Qui, all’Hotel VierJahreszeiten, struttura immersa tra i boschi nella regione della Renania Settentrionale-Vestfalia, la squadra avrà a disposizione un’intera dependance, con 77 tra camere e suite. Non manca naturalmente il ristorante interno, ma per quanto riguarda il menu gli Azzurri giocheranno in casa: come sempre nelle loro trasferte sono accompagnati da un team di cuochi - guidato dallo chef Claudio Silvestri - e nutrizionisti, in primis Matteo Pincella, che li segue dal 2016. Ma soprattutto con loro è arrivata una ricchissima fornitura di eccellenze gastronomiche made in Italy: perché, anche in un contesto globalizzato, gli italiani non rinunciano ai sapori di casa. E se a tutti, prima o poi, è capitato di mettere il proprio cibo preferito in valigia recandosi all’estero, questo vale a maggior ragione per gli Azzurri, le cui performance sul campo dipendono anche da un’alimentazione corretta e attentamente pianificata in ogni dettaglio. Lo sa bene Mister Spalletti, che da buon toscano ama mangiare bene, oltre ad apprezzare il vino, che produce nella sua Montaione, vicino a Firenze (ed è la prima volta che la Nazionale vanta un Ct che è anche vignaiolo).
Intanto oggi alle 19 il Ministro degli Esteri Antonio Tajani inaugura (insieme al presidente della Federcalcio, Gabriele Gravina e all’ambasciatore italiano in Germania, Armando Varricchio) “Casa Azzurri”, luogo di aggregazione per i tifosi della Nazionale, dove si svolgeranno concerti, workshop, mostre, spettacoli: una presenza non casuale, in quanto la Farnesina, attraverso le sue Ambasciate, è da sempre presidio e promotore del made in Italy all’estero. Anche gli Azzurri si fanno ambasciatori dei nostri prodotti Dop e Igp: sarà presentato il 13 giugno a Eataly Milano, con la presenza del Ministro Francesco Lollobrigida, lo spot by Ministero dell’Agricoltura e Figc sulle eccellenze del Belpaese. La pubblicità, che vede protagonisti il Ct Luciano Spalletti insieme a Gianluigi Donnarumma, Mattia Zaccagni, Matteo Darmian, Lorenzo Pellegrini e Riccardo Orsolini, verrà trasmessa sulle reti Rai a partire dal 15 giugno, ed è finalizzata a sensibilizzare il pubblico su una corretta alimentazione.
Il nutrizionista Matteo Pincella - considerato tra i migliori in Italia - ha introdotto nella dieta dei calciatori anche l’aspetto psicologico, perché, come ha più volte affermato, “si mangia prima con la mente e poi con lo stomaco”. La base dell’alimentazione degli Azzurri è rigorosamente mediterranea, con un’attenta scelta delle materie prime e ricette che non siano solo bilanciate, ma anche buone e ricche di gusto. Importante anche l’aspetto conviviale: bandita la fretta e lo stress, almeno a tavola. Pincella ha anche sdoganato il concetto di sgarro - una volta a settimana si mangiano cibi golosi - e la “pizza premio”, dopo le vittorie. Il compito di creare i menu concordati con i nutrizionisti spetta a Claudio Silvestri, che dal 2004 è lo chef che accompagna la Nazionale azzurra di calcio in giro per il mondo. Gli ingredienti sono accuratamente selezionati tra le eccellenze del Belpaese, come riso, pasta, verdure e formaggi. Alcuni sono irrinunciabili, e soprattutto introvabili all’estero: dal Parmigiano al prosciutto crudo, dall’olio extravergine alla bresaola. Ecco perché i cuochi preferiscono portarseli da casa.
Una curiosità: l’hotel in cui soggiorneranno gli Azzurri vanta una torrefazione artigianale - e relativo coffee bar - al suo interno. Ma non c’è dubbio che anche l’espresso, per i nostri ragazzi, sarà rigorosamente italiano. E a sedersi a tavola con la squadra ci sarà anche Luciano Spalletti, il primo Commissario tecnico vignaiolo: toscano Doc, ha scelto di produrre il suo vino a Montaione, dove si trova la sua Tenuta La Rimessa, al centro di un triangolo che ha per vertici Firenze, Siena e Livorno. Qui Spalletti produce etichette decisamente evocative, come il “Bordocampo”. Ma Spalletti non è l’unico protagonista del calcio italiano ad essere stato folgorato sulla via di Damasco da botti e barrique: il compianto Paolo Rossi, eroe del Mundial del 1982 in Spagna, dalla metà degli Anni Novanta in poi ha prodotto il suo vino, nell’Aretino, mentre l’ex colonna della difesa della Juventus e della Nazionale Andrea Barzagli ha scelto il Messinese per la sua “Le Case Matte”. Poi c’è Damiano Tommasi, ex centrocampista di Roma e Nazionale (e oggi sindaco di Verona) che produce Amarone in Valpolicella, nella Tenuta San Micheletto a Fumane, così come l’ex allenatore Alberto Malesani, con la cantina La Giuva. Ed ancora Andrea Pirlo, tra i più grandi centrocampisti di sempre ed attuale allenatore della Sampdoria, con i suoi 10 ettari di filari di Merlot e Trebbiano della Pratum Coller, nel Bresciano, il brasiliano Hernanes, che nel 2016 ha fondato “Ca’ del Profeta”, nell’Astigiano, dove produce Barbera d’Asti, Grignolino d’Asti e Brachetto. Senza dimenticare Nevio Scala, il grande allenatore del Parma europeo di Tanzi, che si definisce un agricoltore prestato a lungo al calcio, e dal 2004 ha ripreso in mano le fila della sua azienda, totalmente biologica, in provincia di Padova, dove produce bianchi macerati e sur lie, insieme ad ottimi tagli bordolese. La più grande e storica, visto che è un’eredità di famiglia diventata, con i suoi 120 ettari vitati (Sauvignon, Verdejo, Tempranillo, Syrah, Cabernet Sauvignon), una delle realtà più solide della Spagna enoica è Bodega Iniesta, dell’ex centrocampista del Barcellona, Andrès Iniesta. Infine David Silva, centrocampista che ha scritto pagine fondamentali della storia del Manchester City e della nazionale spagnola, ha creato Bodegas Tamerán, a Gran Canaria.
Copyright © 2000/2024
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024