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LO STUDIO

Al 72% degli italiani piace la mensa scolastica: varia (36%), sostenibile (27%) ed efficiente (31%)

Indagine Nomisma per l’Osservatorio Cirfood District. Fondamentali anche gli aspetti sociali ed il supporto contro i disturbi alimentari
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Al 72% degli italiani piace la mensa scolastica: indagine Nomisma per Cirfood

Ogni anno, il 91% delle famiglie italiane utilizza il servizio mensa offerto dalle scuole, apprezzato da ben il 72% di loro. Tra i principali aspetti a consentire una così alta percentuale di soddisfazione rispetto al servizio, in generale, ci sono la varietà dei menu proposti (36%) che includono opzioni salutari ed equilibrate, alla sostenibilità dei piatti offerti (27%), l’efficienza dei servizi (31%) ed il ruolo cruciale che la ristorazione scolastica svolge non solo dal punto di vista nutrizionale, ma anche sociale, contribuendo alla crescita e al benessere dei giovani. Per più di 8 famiglie su 10 il servizio nelle scuole, infatti, ha una valenza maggiore. Questi sono solo alcuni dei risutati di una recente ricerca condotta da Nomisma per l’Osservatorio Cirfood District intitolata “Percezione del servizio di refezione scolastica da parte delle famiglie italiane”.
Lo studio, oltre alle opinioni delle famiglie sui servizi mensa, mette in luce anche altri importanti aspetti riguardanti l’alimentazione dei ragazzi a scuola: da quelle che secondo loro possono essere le opportunità che momenti come questo possono offrire a temi importanti come l’educazione alimentare, la coerenza della dieta rispetto a quella adottata tra le mura domestiche ed ai disturbi alimentari, verso i quali le famiglie stanno acquisendo maggiore consapevolezza. E tra questi aspetti c’ è anche una lunga serie di valori aggiunti delle mense scolastiche, che esulano dalla semplice qualità del cibo e dall’ambito alimentare, con molti dei genitori intervistati che la considerano come un importante momento per la socializzazione (94%), uno spazio per promuovere l’inclusione, capace di ridurre le disparità (89%) e un’occasione per accedere ad un pasto equilibrato ad un prezzo accessibile per tutti (89%). Ma i benefici proseguono. Il servizio, secondo quanto emerge dalla ricerca, incide sulla riduzione della povertà alimentare (85%) e permette una Cirfood . Il pasto a scuola, inoltre, viene riconosciuto come il momento ideale per affrontare tematiche importanti, come le buone pratiche per ridurre il proprio impatto sull’ambiente (raccolta differenziata, sprechi
alimentari). Fondamentale, infine, il supporto alla prevenzione dei disturbi da comportamento alimentare (rilevato dall’85% degli intervistati).
Per quanto riguarda le differenze che intercorrono tra le abitudini alimentari a casa e a scuola mettendo in luce il vissuto quotidiano, la ricerca di Nomisma evidenzia che se da un lato il pranzo a scuola rappresenta per molti studenti e studentesse un’occasione per mangiare alimenti che a casa consumano meno frequentemente, come zuppe, creme vegetali e minestrone (26%), legumi (24%) e verdura (21%), al contrario, in casa le abitudini tendono a cambiare, dando più spazio a cibi come hamburger, pizza, formaggi, snack e dolciumi, con il 32% delle famiglie che afferma di mangiare fuori casa almeno 2 o 3 volte a settimana e, con simile frequenza, di ordinare il cibo da asporto (31%). Altro dato interessante che la ricerca mostra è che, nonostante tali tendenze, le famiglie intervistate dimostrano attenzione verso i temi dell’educazione alimentare e verso l’importanza di adottare pratiche quotidiane capaci di contrastare i disturbi della nutrizione, tanto che il 36% degli intervistati dichiara di preparare porzioni corrette ed equilibrate, diversificando la dieta alimentare, adottando un atteggiamento positivo verso l’alimentazione senza demonizzare alcun cibo e coinvolgendo i figli nella preparazione dei pasti (28%). Una sensibilità che nasce anche da una crescente consapevolezza dei genitori riguardo ai numerosi problemi alimentari che possono insorgere nei giovani in età di sviluppo. Secondo la ricerca, infatti, il 7% delle famiglie intervistate è consapevole che il proprio figlio o figlia soffre di un disturbo alimentare come bulimia nervosa (32%), disturbo da alimentazione incontrollata (31%) e anoressia (7%).

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