Da consumo di nicchia a tendenza mainstream: il mondo delle bevande “No-Lo” è sempre più vasto e variegato, ed il consumo di prodotti senza alcol - dal vino agli spirits, passando per la kombucha - si diffonde in maniera trasversale tra le generazioni. Un’ulteriore conferma non si tratti più di un fenomeno marginale, ma di una tendenza ormai consolidata da studiare attentamente, per cogliere le sue cause socio-culturali e le sue implicazioni economiche, è la pubblicazione, da parte di Slow Food - che da sempre ha fatto del vino uno dei pilastri fondanti del suo catalogo editoriale e la cui guida è una delle pubblicazioni di riferimento per il settore - del libro “Il piacere senza alcol”, firmato da Nicole Klauss.
Il volume inquadra a 360 gradi il mondo delle bevande senza alcol, ricco di sfumature e prodotti: oltre ai cosiddetti “proxy”, reinterpretazioni dei vini che puntano su complessità aromatica e abbinamenti gastronomici, troviamo kombucha e kefir, fermentati che uniscono freschezza e vitalità a interessanti benefici probiotici. Accanto a loro, i tè e le tisane offrono eleganza e profondità, con bouquet che spaziano dal floreale al tostato. Non mancano i succhi e i nettari di frutta, spesso realizzati da piccole realtà agricole attente alla qualità della materia prima. In primo piano anche gli “spirits” analcolici, distillati di erbe e spezie che permettono di creare cocktail raffinati senza alcol. Ciascuna di queste categorie porta con sé una propria identità e un diverso modo di intendere convivialità e piacere della bevuta.
Del resto sono sempre più numerose le persone che, per diverse ragioni, scelgono di ridurre, se non azzerare il consumo di alcol, un trend intercettato anche dalle celebrities - ultimo in ordine di tempo il cantante Robbie Williams - che investono in svariate tipologie di bevande, tutte rigorosamente senza alcol. In Italia, grazie al recente decreto del Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, è adesso possibile la produzione di vini dealcolati, mentre crescono in tutto il mondo gli investimenti in tecnologie innovative.
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