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ALLA REGIONE TOSCANA

Trenta anni di vino Toscana Igt, tra storia e futuro: un “tesoro” che vale 470 milioni di euro

A ripercorrerli, il Consorzio Vino Toscana Igt, guidato da Cesare Cecchi, e i “fondatori” Piero Antinori, Lamberto Frescobaldi e Giovanni Folonari
ALBERTO MATTIACCI, AMBROGIO E GIOVANNI FOLONARI TENUTE, AVITO, CESARE CECCHI, CONSORZIO IGT TOSCANA, FEDERDOC, FRESCOBALDI, MARCHESI ANTINORI, TOSCANA, TOSCANA IGT, Italia
Trenta anni di vino Toscana Igt celebrati alla Regione Toscana a Firenze

Una produzione a valore, nel 2024, di 470 milioni di euro, con 640.000 ettolitri di media rivendicata, e che vale il 27% della produzione di vino in Toscana per una superficie media annua di vigneto di 13.500 ettari per oltre 4.000 produttori. Ed ancora, una crescita nelle esportazioni decennali con i mercati esteri bacino di approdo del 69% della produzione totale, 46% in Europa, 33% negli Stati Uniti, 6% Asia e 15% altre aree con il mercato interno italiano che vale il 31% della produzione. Sono i numeri del vino Toscana Igt, un “brand” fortissimo che come patrimonio comune interessa tutta la regione, una delle principali per il comparto enoico nazionale. E che ha festeggiato una ricorrenza importante, un traguardo per guardare a quanto è stato fatto ma, soprattutto, per pianificare il futuro: i 30 anni dell’Indicazione Geografica, celebrati, ieri, dal Consorzio Vino Toscana Igt alla Regione Toscana a Palazzo Sacrati Strozzi a Firenze, ripercorrendo attraverso tre principali elementi, e quindi storia, identità e valore, le tappe che hanno portato il vino Toscana Igt a diventare un simbolo di eccellenza e di innovazione, grazie all’impegno dei produttori e alla forza di un territorio unico.
A introdurre gli interventi, con un excursus, è stato Cesare Cecchi, presidente del Consorzio Vino Toscana Igt (che, a WineNews, ha parlato del futuro della denominazione), e che rappresenta una giovane realtà, riconosciuta ufficialmente dal Ministero dell’Agricoltura nel 2023. La celebrazione si è basata sulla ricorrenza trentennale dall’emanazione del Disciplinare di Produzione del vino Toscana Igt con Dm 9/10/1995 G.U. 250 del 25/10/1995, facendo seguito alla Legge 164/1992 che introduceva per la prima volta la classificazione Indicazione Geografica Tipica per i vini. “Negli Anni Ottanta del Novecento - ha spiegato Cecchi - si sviluppò l’idea di riunire i produttori in una casa comune e con tale scopo il 22 novembre 1984 nacque l’Ente Tutela Vini dei Colli della Toscana Centrale i cui tre soci fondatori furono Piero Antinori, Vittorio Frescobaldi e Ambrogio Folonari. Ente che è rimasto tale fino al 27 luglio 1995, quando ha cambiato nome in “Ente Tutela Vini di Toscana”, in previsione dell’arrivo del Disciplinare del vino Toscana Igt, nell’ottobre dello stesso anno. È stato solo più recentemente, il 10 giugno 2019, che l’Ente è stato poi trasformato in Consorzio Vino Toscana”.
Il Consorzio, ad oggi, riunisce 404 soci, ma, se si considerano anche i soci delle 14 cooperative di primo grado esistenti in Toscana e associate, si arriva a superare i 1.600 associati. Una rappresentatività che, stando ai numeri, si attesta attualmente al 40% dei produttori e al 62% della produzione, motivo per cui ha ottenuto il riconoscimento dal Ministero dell’Agricoltura con l’auspicio di arrivare presto all’Erga Omnes per operare per tutti i produttori e imbottigliatori dell’Indicazione Geografica.
Nell’intervento di Cecchi, anche un cenno all’importante lavoro di modifica del Disciplinare recentemente occorso e attualmente in attesa dell’approvazione del Comitato Nazionale Vini per poter iniziare l’iter comunitario, i cui punti principali sono la modifica del nome e l’introduzione della possibilità di produrre vini spumante.
Quello che è stato sottolineato, è che oggi i produttori stanno utilizzando tutte le possibilità fornite dal Disciplinare del Toscana Igt per affrontare un mercato non sempre facile. Cecchi ha aggiunto che “sta a tutti noi utilizzare al meglio il nome geografico “Toscana”, svilupparne le potenzialità e assecondarne la naturale evoluzione in funzione delle opportunità che le aziende vitivinicole toscane possono cogliere. Come Consorzio il nostro primo impegno è la tutela del nome geografico “Toscana” da contraffazioni, usi illeciti e usi impropri, ma siamo attivi anche nel campo della valorizzazione dei vini Toscana Igt attraverso l’organizzazione di iniziative a supporto delle aziende associate”.
E sono stati proprio i produttori “storici”, quelli che hanno contribuito a suo tempo alla fondazione dell’Ente Tutela Vini, oggi Consorzio Vino Toscana, a raccontare questo percorso. Le testimonianze delle aziende fondatrici del Consorzio hanno, infatti, coinvolto Piero Antinori per la Marchesi Antinori, Lamberto Frescobaldi per la Marchesi de’ Frescobaldi e Giovanni Folonari per le Ambrogio e Giovanni Folonari Tenute, Ruffino all’epoca della fondazione del Consorzio.
In questo contesto sono intervenuti anche il presidente Federdoc, Giangiacomo Gallarati Scotti Bonaldi, il Presidente Avito, Andrea Rossi, e il professor Alberto Mattiacci dell’Università La Sapienza, che ha sottolineato come la denominazione si trovi di fronte ad una visione del futuro ottimistica e a tratti radiosa: “il futuro richiede positività e lo possiamo costruire solo noi con le nostre azioni e visioni. Il seme c’è e sembra che stia germogliando bene, tuttavia è necessario per costruirsi notorietà, tradizione e reputazione, capire su quale segmento declinarli, se nel premium o nel mas market. La sensazione è che sia necessario avere il coraggio di puntare su una clientela sempre più orientata al premium: una comunità già numerosa e ancora in crescita che, se adeguatamente sollecitata è in grado di rispondere con una domanda stabile e robusta”.

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