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LA NOVITÀ

Ok del Senato al Ddl “Tutela Agroalimentare” che introduce nel Codice Penale la frode alimentare

Il Ministro Lollobrigida: “approvato senza voti contrari e con un consenso che va oltre i confini della maggioranza è particolarmente rilevante”
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Ok del Senato al Ddl “Tutela Agroalimentare”

“Il testo di legge approvato, oggi al Senato, senza alcun voto contrario e con un consenso che va oltre i confini della maggioranza, è particolarmente rilevante per la tutela del nostro sistema agroalimentare, per la tracciabilità e la sicurezza dei nostri prodotti e, quindi, per la salute delle persone che avranno sempre più elementi per conoscere quello che acquistano. Il nostro Governo ha coraggiosamente portato avanti istanze che sono rimaste inascoltate da chi ci ha preceduti per troppo tempo. Oggi si fa un passo avanti per tutelare ancora di più il nostro sistema agroalimentare e i cittadini. Ringrazio i colleghi senatori per il dibattito costruttivo avuto nelle Commissioni, le associazioni di categoria, le Forze dell’Ordine e tutti coloro che hanno contribuito al testo”. Lo dichiara il Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida dopo l’approvazione al Senato del Ddl “Tutela Agroalimentare”.
Il Ddl “Tutela Agroalimentare” italiano, composto da 15 articoli - e approvato senza voti contrari, con 80 favorevoli e 44 astenuti - garantirà più trasparenza e sicurezza ai prodotti alimentari acquistati dagli italiani. Fortemente voluto dal Ministro Lollobrigida, e che ha visto un lavoro di sinergia con il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, rappresenta “un impegno concreto del Governo Meloni a difesa a del sistema agroalimentare italiano”, per consentire alle imprese che operano correttamente di competere in un mercato leale, in cui i cittadini possano avere fiducia in ciò che acquistano, e in cui il valore del made in Italy sia protetto e valorizzato in ogni fase della filiera, spiega il Ministero.
Il testo di legge rafforza la trasparenza e la tracciabilità dei prodotti lungo tutta la filiera perché è essenziale fornire informazioni quanto più esaustive possibili al cittadino anche al fine di tutelare la salute. Di conseguenza vengono inseriti nel Codice penale meccanismi di deterrenza con l’introduzione di due reati e l’aggravante: la Frode alimentare per punire chi commercializza alimenti o bevande che, a sua conoscenza, non sono genuine o che provengano da luoghi diversi rispetto a quelli indicati, con una reclusione prevista da 2 mesi a un anno; il Commercio di alimenti con segni mendaci per punire chi utilizza segni distintivi o indicazioni per indurre in errore il compratore sulla qualità o sulla quantità degli alimenti, con una reclusione prevista da 3 a 18 mesi; l’aggravante di agropirateria, quando l’attività illecita è realizzata in maniera organizzata e continuativa; l’aggravante quantità, qualora le quantità siano particolarmente rilevanti; e l’aggravante biologico, qualora i prodotti siano commercializzati come Biologici, ma non lo sono, tutti e tre casi in cui le pene sono aumentate fino ad un terzo.
Sul fronte della protezione delle Indicazioni Geografiche, attività particolarmente rilevante per la Dop Economy agroalimentare che, secondo il Rapporto Ismea-Qualivita 2025, presentato oggi, nel 2024 ha realizzato 20,7 miliardi di euro di fatturato di cui 12,3 miliardi di euro all’estero, il reato di contraffazione Ig e delle denominazioni di origine protetta già previsto dal Codice Penale prevederà le sanzioni da 1 a 4 anni (prima era 2 anni) e multe da 10.000 a 50.000 euro (prima fino a 20.000 euro). Viene inoltre introdotta la misura della confisca obbligatoria per i reati sopraindicati disponendo la confisca di prodotti, beni o cose oggetto o prodotto dei reati e dei beni utilizzati per commettere il reato stesso. Introdotto anche l’obbligo per l’autorità giudiziaria di distribuire i prodotti sequestrati, ma commestibili, a enti territoriali o caritatevoli per destinarli a persone bisognose o animali abbandonati, nonché una più ampia “diversa destinazione prevista dalla legge”, ampliando le possibilità di destinazione dei prodotti. Un’altra importante novità riguarda le sanzioni amministrative. Il provvedimento prevede una gradazione delle sanzioni in base alla gravità della violazione, con l’introduzione di misure più dissuasive legando gli importi al fatturato delle imprese coinvolte. In passato si verificava, ad esempio, che un piccolo imprenditore poteva vedersi applicare la stessa sanzione prevista per una multinazionale
Viene anche formalmente istituita la “Cabina di regia per i controlli amministrativi”, presieduta dal Ministro dell’Agricoltura e che vede la partecipazione, ai più alti livelli, delle istituzioni deputate ai controlli. “Questa norma consentirà di rendere l’attività ispettiva più efficiente, di migliorare il tracciamento del cibo e di eliminare le duplicazioni delle azioni da parte delle Forze dell’Ordine”, sottolinea il Ministero.
Nello specifico, il testo vieta l’utilizzo del termine “latte” e di prodotti lattiero-caseari per prodotti vegetali (i.e. uso improprio del termine “latte”) se non accompagnato dalla denominazione corretta (p.e. latte di mandorla venduto come sostitutivo senza distinzione), con sanzioni da 4.000 a 32.000 euro o fino al 3% del fatturato dell’azienda sanzionata (con un tetto massimo di 100.000 euro). Viene anche istituita una piattaforma informatizzata nazionale per tracciare i movimenti del latte bufalino e dei derivati in modo da evitare frodi, doppie mungiture non dichiarate o triangolazioni illecite. E introdotto un piano straordinario nazionale con controlli a campione su tutta la filiera sia su mungitura che trasporto, trasformazione e commercializzazione dei prodotti e perfezionato un sistema di vigilanza ufficiale continua e permanente, prevedendo l’uso di prove di laboratorio per l’origine geografica del latte e dei prodotti di trasformazione, accertando l’uso di latte non fresco, con sanzioni da 6.000 a 48.000 euro o fino al 3% del fatturato dell’azienda sanzionata (con un tetto massimo di 150.000 euro).
Infine, viene riformato in modo organico il sistema sanzionatorio esistente anche per la pesca, con l’obiettivo di riordinare e accorpare le norme per renderlo più efficace e soprattutto proporzionato riparametrando l’ammontare della sanzione alla quantità del pescato e alla gravità dell’impatto ambientale procurato.
Anche Coldiretti parla di un passo storico per la protezione delle eccellenze di una filiera agroalimentare allargata che ha raggiunto il valore di 707 miliardi di euro e che vede nella Dop Economy la sua punta d’eccellenza, grazie all’approvazione di un Ddl atteso da 10 anni, che riprende le proposte della cosiddetta “Legge Caselli” da sempre sostenuta dall’organizzazione agricola italiana grazie al lavoro dell’Osservatorio Agromafie. L’auspicio è ora che il provvedimento possa essere velocemente approvato anche dalla Camera. L’aggiornamento del Codice Penale con un capo dedicato ai delitti contro il patrimonio agroalimentare rappresenta “un progresso fondamentale per contrastare efficacemente le frodi nella filiera alimentare - rileva Coldiretti - questa riforma mira a tutelare in particolare le denominazioni di origine Dop e Igp. Con l’introduzione del reato di agropirateria si riconosce, inoltre, finalmente la pericolosità criminale delle attività fraudolente organizzate e reiterate”. Soddisfazione anche per la nuova disciplina che rafforza le sanzioni amministrative per chi viola le norme su etichettatura, origine, ingredienti e denominazioni: “una battaglia che vede da sempre Coldiretti schierata in prima fila per il riconoscimento dell’origine su tutti i prodotti europei e a contrasto di un Italian Sounding oggi consentito dal codice doganale che permette attraverso l’ultima trasformazione di far diventare un prodotto straniero magicamente made in italy”.

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