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“Agricoltura Sociale” in Italia vuol dire 3.000 aziende, 30.000 addetti e possibilità per i giovani. “Ora i decreti attuativi della legge sul tema e l’Osservatorio nazionale”: così il vicepresidente Commissione Agricoltura alla Camera Massimo Fiorio

“Sono oltre 3.000 in Italia le realtà che praticano attività di agricoltura sociale, per 30.00 addetti. Si tratta di una prima stima resa nota ad un anno dall’entrata in vigore della Legge quadro sull’Agricoltura sociale e che verrà analizzato sul piano quantitativo e qualitativo dal censimento nazionale in corso del Crea - Centro ricerche economia agraria”. Ad annunciarlo è Massimo Fiorio, vice presidente della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati e primo firmatario della Legge n. 141/2015.
“La legge - ha dichiarato Fiorio - ha fatto emergere l’articolazione e la ricchezza di un fenomeno che si è profondamente radicato in Italia dalla fine degli anni ’70 e capace di rigenerare un welfare di prossimità volto alla promozione umana e non all’assistenza. È necessario ora che i Ministeri competenti emanino al più presto i decreti attuativi previsti dalla Legge e che venga insediato l’Osservatorio nazionale”.

“L’agricoltura sociale qualifica l’Italia come un’eccellenza a livello europeo. La crescita di questo settore - ha sottolineato Ilaria Signoriello, portavoce del Forum Nazionale Agricoltura Sociale - testimonia la sua capacità di creare contestualmente prodotti di eccellenza, posti di lavoro qualificati anche Per i giovani e le donne, servizi e dignità per le persone”.

“La crisi degli attuali strumenti - ha dichiarato Marco Berardo Di Stefano, presidente nazionale della Rete delle Fattorie Sociali - mette in evidenza il ruolo fondamentale delle imprese sociali come nuovo strumento per ridisegnare un modello di welfare sostenibile ed efficace”.

Un tema che sarà approfondito il 26 luglio, a Montecitorio, nel convegno “Agricoltura sociale, ad un anno dalla legge tra decreti attuativi e nuovi strumenti normativi”.

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