Agricoltura, vigneti, qualità della vita in Unione Europea anche legata al cibo locale; la necessità di includere gli agricoltori nel progettare il futuro dell’Europa unita, di cui sono parte essenziale, con il loro lavoro di produzione di un bene essenziale come il cibo, ma anche come custodi del paesaggio e della biodiversità. Sono alcuni dei punti toccati dal discorso di Ursula Von Der Leyen, prima di essere rieletta come presidente della Commissione Europea dall’Europarlamento, con 401 voti a favore, 284 contrari e 15 astenuti.
Un discorso, quello di Von Der Leyen, che ha messo come priorità “la prosperità e la competitività”, che ha toccato temi come il grande impegno ambientalista dei giovani, o come “il “nuovo Clean Industrial Deal”, che contribuirà anche a ridurre le bollette energetiche”, tema sensibile per tutte le imprese, anche dell’agroalimentare. Ma lungo e approfondito è stato il passaggio su temi dell’agricoltura e del vino (con le filiere di Italia, Spagna e Francia, peraltro, riunite nei giorni scorsi in Spagna e a lavoro su un documento di richieste, che approfondiremo su WineNews, e che sarà presentato a settembre nel Gruppo Vini di Alto Livello).
“L’Europa offre una qualità di vita unica. Dalla sicurezza sociale ai prodotti alimentari regionali di prima qualità. Campi di seminativi, vigneti e frutteti non significano solo buon cibo e buon bere, ma fanno anche parte della nostra terra. Ed è per questo che il futuro dell’agricoltura è una questione così importante e delicata per noi in Europa. Dobbiamo superare le differenze e sviluppare buone soluzioni insieme a tutte le parti interessate. Questo è il motivo per cui ho avviato il dialogo strategico sul futuro dell’agricoltura in Europa. Riunisce agricoltori, gruppi ambientalisti ed esperti di tutta la catena alimentare. Ho promesso di ascoltarli attentamente e di imparare da loro. E lo farò. Prenderò in considerazione le buone raccomandazioni e presenterò una nuova strategia europea per la nostra agricoltura e il settore alimentare. Farò in modo che gli agricoltori ricevano un reddito equo. Nessuno dovrebbe essere obbligato a vendere cibo buono al di sotto dei costi di produzione. Dobbiamo rafforzare la posizione dei nostri agricoltori nella catena del valore dell’industria alimentare. E abbiamo bisogno di incentivi più intelligenti, di più innovazione e di accesso al capitale. Chiunque gestisca la natura e la biodiversità in modo sostenibile e contribuisca a bilanciare il bilancio del carbonio deve essere adeguatamente ricompensato. I nostri agricoltori modellano i nostri paesaggi. Plasmano il volto dell’Europa. Fanno parte della nostra cultura. Garantiscono la sicurezza alimentare. E siamo orgogliosi di loro. Questo è il motivo per cui dobbiamo lavorare insieme per affrontare i problemi che gravano su di loro. Sentono il cambiamento climatico. Ogni anno sono sempre più colpiti da condizioni meteorologiche estreme e scarsità d’acqua. Le temperature in Europa stanno aumentando due volte più velocemente della media globale. Stiamo già vedendo gli effetti devastanti sui campi e nelle foreste. Il volto delle nostre comunità rurali sta cambiando. Dobbiamo fare di più per garantire che i nostri agricoltori siano meglio preparati a ciò che il cambiamento climatico ha in serbo per noi. Ecco perché presenterò un piano per l’agricoltura per affrontare la necessità di adattarsi ai cambiamenti climatici e, parallelamente, una strategia per la gestione sostenibile della preziosa risorsa idrica. Ne va di questo non solo la nostra sicurezza alimentare, ma anche la nostra competitività complessiva”. Parole attese, adesso, come sempre avviene in politica, dalla prova dei fatti.
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