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AGRICOLTURA: VINO BIOLOGICO, UNIONE EUROPEA CI RIPROVA MA SENZA SUCCESSO. LA COMMISSIONE HA RIPROPOSTO AI 27 PAESI PROGETTO GIA’ RESPINTO NEL 2010

La Commissione Europea ha tentato di rilanciare - ma senza successo - il progetto per regolamentare la produzione di vino biologico in Europa. Si è trattato dell’ennesimo tentativo di Bruxelles - su un testo già respinto nel 2010 dagli Stati membri - per trovare un compromesso credibile affinché, chi produce, si adegui a dei reali standard biologici rispetto a quelli in vigore per il vino convenzionale. La Commissione Ue, hanno spiegato esperti comunitari all’Ansa, “ha dovuto constatare che le posizioni dei partner europei restano immutate, in particolare sulle soglie da autorizzare per la presenza di solfiti nel vino”.

Il progetto del commissario europeo all’agricoltura Dacian Ciolos, prevedeva infatti per il vino biologico una presenza di solfiti pari a 100 milligrammi il litro per i vini rossi e 150 per i vini bianchi e rosé, ossia 50 milligrammi in meno per ogni categoria rispetto agli livelli attualmente in vigore per i vini convenzionali. Contro questi limiti, considerati troppo rigidi, erano insorti una maggioranza di Paesi Ue, essenzialmente del Nord Europa, Francia compresa. Si tratta di Stati membri i cui territori sono in tutto o in parte carenti di sole, e hanno bisogno dei solfiti (ossia dell’aggiunta di anidride solforosa che è un antiossidante) per stabilizzare il vino, oltre che dello zucchero per alzarne la gradazione alcolica.

Contro questo approccio i partner del Sud, come l’Italia, dove il vino biologico rappresenta una nicchia di produzione ancora tutta da sfruttare: un mercato che i Paesi del Nord Europa non vogliono perdere, ma non possono fare a meno dei solfiti per produrre. Al momento quindi il negoziato appare ancora bloccato, e in Europa si può continuare a produrre vino biologico senza una severa regolamentazione Ue.

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